“Non c’è nessun piano in atto per bloccare l’accesso ai bambini non vaccinati a scuola e una misura di questo genere dovrebbe passare per il Parlamento”.
Lo ha sottolineato la Ministra della Salute in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
La ministra ha richiamato l’attenzione sul rischio dell’ “effetto gregge” che la mancanza di vaccinazioni può produrre. Bisogna quindi avere ben presente “cosa significa avere dei buchi vaccinali». Lorenzin ha spiegato che non c’è «nessun piano per bloccare l’accesso” nelle scuole per chi non è vaccinato, ma “è stato approvato dalle Regioni il piano vaccinale che affronta anche il tema dell’indice di vaccinazione». Di qui l’impegno a «fare una serie di campagne presso i genitori, i pediatri e i medici”. “Le Regioni – spiega il Sole 24 Ore – sottolineano un problema che c’è, il decremento di vaccinazioni obbligatorie, in alcune aree molto sensibile, che rischia di minare e mettere a rischio la comunità. Per questo le Regioni chiedono un monitoraggio con attenzione agli effetti di questo decremento nel Paese, dopo il quale dovranno essere formulate delle proposte”.
Per la ministra “non vaccinare il proprio figlio non è solo un tema della sicurezza del bambino, ma di tutti i bambini che gli stanno intorno». Di qui il reiterato invito ai genitori a vaccinare i loro figli perché «non esiste nessuna correlazione tra autismo, epilessia e vaccinazione”. E l’appello finale: “Facciamo affidamento sulla scienza quando stiamo male, dobbiamo farlo anche quando non stiamo male”.
Da registrare ieri la battuta d’arresto per il Piano nazionale vaccini 2016-2018. “La richiesta è motivata da ragioni tecniche. Il testo è complesso e il tempo per analizzarlo è stato scarso”.
Il nodo è evidentemente quello dei fondi in campo, visto che c’è da mettere sul piatto 620 milioni di euro per ampliare l’offerta di vaccinazioni per bambini e adulti, inserire nei livelli essenziali di assistenza il calendario vaccinale aggiornato e soprattutto richiamare tutti, dai medici alle famiglie, a combattere paure e disinformazione.
È previsto inoltre, attraverso “una normazione aggiornata”, l’obbligo di certificazione dell’avvenuta vaccinazione dei bambini che frequentano la scuola, sia sostenendo “a tutti i livelli il senso di responsabilità degli operatori sanitari” e “prevedendo adeguati interventi sanzionatori qualora sia identificato un comportamento di inadempienza”. In particolare, il documento propone che siano «concertati percorsi di audit e revisioni tra pari, con la collaborazione degli ordini professionali e delle associazioni professionali e sindacali che possano portare anche all’adozione di sanzioni disciplinari o contrattuali se ne ravvisa l’opportunità”. Un’intenzione che aveva già scatenato polemiche con i sindacati dei medici.
Preoccupano tuttavia i recenti dati ministeriali sulle coperture vaccinali: sono al di sotto del 95% le vaccinazioni per poliomielite, difterite, tetano, Haemophilus influenzae di tipo b ed epatite B. Sono addirittura sotto l’86% quelle (soltanto raccomandate) contro il morbillo, la parotite e la rosolia. Gli appelli al rafforzamento delle politiche vaccinali negli ultimi mesi si sono sprecati. La copertura vaccinale, ha ammonito il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi, è “al limite della soglia di sicurezza», perciò è «improcrastinabile”.
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