Politica scolastica

Lorenzo Fioramonti, farà da capro espiatorio per gli inevitabili ritardi nei concorsi?

Fioramonti si lamenta di essere stato colpito per essersi dimesso e, soprattutto, per aver denunciato la “deriva” del M5S e probabilmente ha già messo in conto che di attacchi, più o meno giustificati, dovrà subirne ancora.
Il prossimo attacco potrebbe arrivare già nei prossimi giorni quando incomincerà ad apparire chiaro che alcune operazioni previste dal decreto scuola e concordate con i sindacati non potranno andare in porto in tempi brevi.
Intanto è del tutto evidente che i concorsi “banditi entro il 2019” come è stato improvvidamente scritto nel decreto e come hanno continuato a ripetere tutti, sindacati compresi, slitteranno di qualche mese.
L’incontro del tavolo Ministro-sindacati programmato per il 7 gennaio potrebbe saltare
perchè difficilmente per quella data la Ministra Azzolina sarà già ufficialmente nel pieno dei suoi poteri.
Il disegno di legge in materia di abilitazioni all’insegnamento (anche questo “concordato” fra Ministro e sindacati fin dal mese di ottobre) potrebbe subire rallentamenti e, in ogni caso, ben difficilmente impiegherà meno di 4-5 mesi per essere approvato dalle Camere.
A questi ritardi potrebbero poi aggiungersi le inevitabili difficoltà che ci saranno per rimettere in modo la “macchina” amministrativa che si dovrà riorganizzare a seguito dello “spacchettamento” dei due Ministeri.
Per quanto riguarda i concorsi straordinari è davvero improbabile che le prove possano iniziare prima di maggio-giugno con la conseguenza del tutto ovvia che le nuove assunzioni non potranno essere effettive già per il prossimo mese di settembre.
Il Governo potrà adottare un provvedimento per fare in modo che le nomine abbiano decorrenza giuridica dal 1° settembre 2020, ma questa soluzione servirebbe (forse) a placare le ire dei sindacati, ma non certamente a garantire un avvio regolare dell’anno scolastico.
Ma forse c’è già qualcuno che sta pensando ad un piano B: si potrebbe sempre iniziare ad accreditare la tesi secondo cui i ritardi sarebbero da attribuire proprio alle dimissioni di Fioramonti.  Dimenticando che la storia insegna che per un qualsiasi concorso ci vuole almeno un anno (=12 mesi) dalla pubblicazione del bando alla assunzione dei vincitori.
Quindi se anche Fioramonti fosse rimasto al suo posto non sarebbe cambiato nulla.
A meno che non ci si decida, prima o poi, a rivere regole e procedure.

Reginaldo Palermo

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