“È vero, in questa legge di bilancio mancano le risorse necessarie per invertire la tendenza e non emerge questa visione strategica. Ma le tue dimissioni, caro Lorenzo, non porteranno oggi in dote il miliardo di euro in più che avremmo voluto e che manca e non aiuteranno in futuro il percorso di inversione della tendenza che auspichiamo”: lo scrive in un post sul suo blog il sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro (Leu), rivolgendosi al ministro Lorenzo Fioramonti, il quale potrebbe lasciare il dicastero dell’Istruzione, subito dopo la manovra di fine anno, perché deluso dalla scarsità di finanziamenti che il governo ha concesso a scuola ed università proprio attraverso la legge di bilancio rispetto ai tre miliardi rivendicati pubblicamente in più occasioni.
La decisione è stata presa
“Caro Lorenzo – scrive Peppe De Cristofaro -, ti chiamo per nome, perché in questi mesi di lavoro comune abbiamo imparato a conoscerci e abbiamo costruito un rapporto tra di noi fondato non solo sulla lealtà reciproca ma su una profonda condivisone di diverse questioni e valori di fondo”.
Il sottosegretario non riesce a considerare la decisione del ministro “come un fatto soltanto individuale“, ammettendo quindi che la notizia delle sue dimissioni è più che fondata.
Servono soldi
“Giustamente – continua De Cristofaro rivolgendosi a Fioramonti – hai denunciato la scarsa centralità della scuola e dell’università italiana nel sistema politico ed economico del Paese. La scuola, la più grande infrastruttura civile e sociale, soffre ormai da decenni di scelte politiche sbagliate che ne hanno ridotto le risorse e frustrato le aspettative. Bisogna cambiare molto e cambiare a fondo”.
Il rappresentante di Sinistra Italiana-Leu concorda con il ministro che servivano molti più soldi all’istruzione, poiché bisogna produrre “un’onda lunga di netta discontinuità con l’impostazione, anche culturale, che ha segnato le ultime riforme. Per farlo abbiamo bisogno di risorse e investimenti certi e soprattutto di una visione strategica di questo governo che faccia dell’Istruzione, della Formazione e della Ricerca i pilastri su cui fondare il rilancio sociale, culturale, economico e civile del Paese”.
“Forse non abbiamo fatto abbastanza…”
Poi De Cristofaro ammette: “In questi primi mesi, forse non abbiamo fatto abbastanza, ma abbiamo fatto bene. La direzione è quella giusta e la nostra grande ambizione di ridare centralità alla scuola e all’università italiana è ancora tutta aperta davanti a noi. Non è questo il momento di arrenderci, ma quello della responsabilità verso una grande impresa collettiva. E insieme possiamo farcela“, conclude De Cristofaro.
Al momento, salvo ripensamenti, i giorni che Lorenzo Fioramonti passerà ancora come ministro dell’Istruzione sono veramente pochi: l’addio potrebbe infatti arrivare subito dopo l’approvazione della manovra di fine anno, che è il massimo si realizzerà entro il prossimo 29 dicembre.