Lotta alla mafia, affiggere una foto di Falcone e Borsellino in ogni scuola
Affiggere la più nota foto dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel luogo più frequentato dagli studenti. L’idea è di Santo Versace, deputato del Pdl, che intende in questo modo “farsi promotori di una iniziativa dall`alto significato politico e morale: l`effige di Falcone e Borsellino nella famosa foto in cui sono assieme, ripresa poco prima della strage di Capaci, sia distribuita a tutti gli istituti scolastici d`Italia, statali e paritari, perché venga affissa nell`atrio dell`edificio dove può essere vista da tutti gli studenti”. Quella del deputato non appare una provocazione, ma si tratta, nel giorno della ricorrenza della strage di via D’Amelio, di una proposta ufficiale e già formalizzata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro degli Interni Roberto Maroni e al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.
Secondo Versace si tratta di “un gesto simbolico ma insieme concreto così come concreta è l`attività compiuta dal ministro Maroni di repressione del fenomeno mafioso e di sequestro e confisca dei beni e l`attività del Ministro Gelmini che ha avuto il coraggio di avviare la riforma della scuola secondaria basata sul merito”, conclude. Il deputato ha aggiunto che “se vogliamo che la nostra società riesca a sradicare del tutto la mafia e l`atteggiamento omertoso e connivente di chi, pur non essendo partecipe dell`associazione criminale ne è, per disperazione o per ignoranza, un sostenitore. Bisogna sradicare la mala pianta dell`indifferenza e dell`equidistanza tra Stato e mafia e per ottener ciò occorrono gesti positivi”.
Le parole del rappresentante del Pdl giungono anche a poche ore di distanza dal danneggiamento delle statue di Falcone e Borsellino, avvenuto nelle strade di Palermo e realizzato da ignoti, probabilmente fiancheggiatori della mafia: un gesto che secondo Versace è “da condannarsi senza attenuanti perché è espressione di vuoto di valori”. Ma anche a poche settimane di distanza dall’iniziativa ministeriale
che ha visto confluire nelle strade del capoluogo e nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone alcune migliaia di studenti, nell’ambito del concorso “Libero Grassi”, di una spinta generalizzata a favore dell’antimafia e delle diffusione della cultura della legalità nelle scuole.