Dopo l’efferato assassinio della giovane Vanessa Zappalà da parte di chi diceva di amarla, l’assessore all’istruzione del Comune catanese di Acicastello, dove ha avuto luogo il delitto, ha proposto, persino al Ministero dell’istruzione, di “dedicare delle ore mensili dell’attività didattica alla sensibilizzazione dei giovanissimi sul tema del femminicidio”. Ha pure scritto: “È per questo che noi amministratori, i dirigenti scolastici e gli insegnanti, in primis, ci dobbiamo fare carico di spiegare, a cominciare dai più piccoli, il rispetto per le donne, facendo comprendere che la violenza non può e non deve rappresentare una soluzione. L’amore non è possesso”.
Che è iniziativa lodevole, quella dell’assessore, se non fosse che la scuola, e dunque gli insegnanti, svolge già abbondantemente questo compito, al di là dell’ora “dedicata” e al di là delle tante altre ore che da più ambiti e per vari altri fatti vengono a essa richieste. Un’altra ora di “Educazione” insomma da aggiungersi al suo già ampio curricolo, compresa l’ultima, “da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti” di Educazione civica.
Dunque, ritornando alla proposta dell’assessore castellese, crediamo che la scuola svolga questo compito abbondantemente, ma lo svolge pure nel suo curricolo complessivo, commentando, quando i prof sono ben disposti, certi fatti del giorno (dalla politica al costume), ma lo svolge soprattutto spiegando, illustrando, esaminando, elaborando edizioni critiche su tutta quella sconfinata letteratura amorosa che dalle origini greche arriva, attraverso la schiera enorme dei grandi artisti e perfino, laddove è contemplata, dalla musica e dalla pittura, fino ai nostri giorni.
Il ruolo dell’istruzione, al di là della proposta, è proprio questo: educare alla cittadinanza, alla salvaguardia della vita e della pace, contro le guerre, al rispetto dell’altro, compreso il diverso e il forestiero. Temi che si trovano diffusi nelle discipline, non solo umanistiche ma anche scientifiche, partendo persino dalle grandi scoperte per migliorare la vita dell’uomo.
La “Mission” della scuola, in altre parole, è proprio quella della cultura, prevista anche dalla Costituzione, della cura e della accettazione dell’uguaglianza dei sessi, della garanzia inalienabile delle libertà democratiche, compresa, e soprattutto, la salvaguardia della vita umana e del più debole rappresentato perfino dal rispetto, del riguardo, della custodia dalla Natura e dell’ambiente.
Il problema serio, a nostro parere, è altrove: il confronto, perdente, dell’istruzione coi modelli proposti dalla società del consumo, da taluni ambienti familiari e dalla più “perniciosissima” audience-rissa-mischia-parolaia-volgarità televisiva.
Facciamo fra l’altro notare che mai nessun big TV, nessuno dei tanti idoli dei teenergers, si è mai ventato di avere ricevuto buoni voti a scuola, di essere stato alunno modello, di avere rispettato le regole del proprio Istituto, anzi ha picchiato duro contro certi prof rigorosi e contro i compagni cosiddetti secchioni, incitando dunque al lassismo e alla strafottenza, come se le materie scolastiche, comprese dunque le ore di “educazione”, fossero tempo perso, buttato via per non godersi invece il collodiano (posto che lo abbiano mai letto) “paese dei balocchi”.
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