Negli ultimi venti anni i successi di molti paesi asiatici nel settore scolastico, e in particolare di quello della Corea del Sud con la sua dedizione all’educazione e all’istruzione è un fenomeno da studiare con attenzione.
Infatti, secondo il test PISA dell’OCSE, in termini di competenze nelle scienze e nel calcolo la Corea è il primo paese per così dire “normale”, preceduto solo da realtà molto particolari come Shanghai, Singapore e Hong Kong.
A tal proposito è interessante riferirsi ad un contributo di Andrea Goldstein (economista all’OCSE ed esperto di paesi emergenti) che per la Fondazione Agnelli ricostruisce genesi e caratteri specifici della scuola coreana, cercando di interpretarne criticamente i risultati. In tale studio si evidenzia che la versione coreana del Confucianesimo, che mette l’accento su valori come il lavoro, l’istruzione, la frugalità e la famiglia, abbia aiutato la sopra indicata posizione nel test PISA dell’OCSE.
Però senza sottovalutare l’importanza della cultura, secondo l’autore è necessario integrare questa spiegazione con una disamina delle politiche e delle istituzioni negli ultimi decenni, perché non vanno celate le criticità che circondano il modello scolastico coreano. Infatti, molti attribuiscono a questo modello di istruzione la responsabilità per l’elevato debito delle famiglie, l’altissima incidenza dei suicidi tra gli adolescenti e alcune rigidità del sistema produttivo.
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