“Non si è deciso solo che nelle zone rosse si chiude, ma si è anche fatto tutto ciò che io non volevo si facesse, mettendo un marchio sul regionalismo delle disuguaglianze, perché nelle zone gialle e arancioni i Governatori potranno adottare misure più restrittive.” Lo afferma la ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che nella giornata del 4 marzo 2021 torna a parlare in una diretta Facebook.
Una dura contestazione del nuovo Dpcm del 2 marzo, quello della ex Ministra, specie in relazione ai poteri conferiti alle regioni e ai governatori, ai quali viene consentito di potere praticare strette ulteriori rispetto a quelle nazionali. Il pensiero di Lucia Azzolina corre su De Luca, con il quale durante tutto il mandato del Conte 2 non sono mancati gli scontri a distanza.
“In Campania la prestazione peggiore. Si chiudono le scuole per vaccinare tutto il personale scolastico,” osserva la ex Ministra. “Ma non è che se devo vaccinare il personale sanitario, chiudo gli ospedali o se devo vaccinare gli operai, chiudo la fabbrica, è evidente che si tratta di un pretesto.”
Cosa si sarebbe potuto fare prima di riportare l’Italia in DaD? si chiede Lucia Azzolina: si sarebbe potuto diminuire la percentuale degli studenti da mandare in presenza o provvedere con rotazioni più serrate tra le classi e tra i ragazzi. E cita lo studio di Think tank vision da cui sembrerebbe che in termini di riduzione del pil “stiamo già perdendo di più per la chiusura delle scuole che per quella di tutte le attività produttive messe insieme.”
Quindi sottolinea: “Io non ho avuto il tempo di fare il Ministro senza il Covid. Dopo un mese dalla firma da Ministra, la pandemia si è abbattuta su di noi.” E sposta il focus sull’oggi e sul Dpcm del 2 marzo 2021, facendo notare come nella prima fase della pandemia, la DaD sia stata una scelta obbligata, mentre oggi la chiusura delle scuole avviene a seguito di una ristrutturazione del Paese che gode di protocolli di sicurezza e di standard di protezione dal virus ben più alti che a marzo scorso. E invece, osserva Lucia Azzolina, con il nuovo Dpcm “si sta rifacendo la stessa cosa dell’anno scorso, perché di fatto oggi si chiudono le scuole di tutto il Paese.”
Peraltro, un’altra contestazione fatta dalla ex titolare di Viale Trastevere, cui oggi 5 marzo il MI risponde con una nota di chiarimento, riguarda la mancata possibilità per i figli del personale sanitario di andare a scuola in presenza.
Il motivo della diretta ha a che fare con il 4 marzo, confessa Lucia Azzolina, e cita il 4 marzo del 2018, quando il M5S era in attesa dell’esito delle elezioni che avrebbero portato Lucia Azzolina in Parlamento, e il 4 marzo 2020, quando si decise di chiudere le scuole e di sospendere le attività didattiche in presenza: “Una ferita che porterò sempre dietro, un momento molto doloroso che mi ha segnato per sempre.”
“Ci siamo inventati la DaD, affrontando una sfida difficilissima, perché i docenti non erano formati, perché mancavano tablet e pc, perché mancavano connessioni.”
Ma quella DaD era stata pensata per un uso limitato nel tempo e di certo non come una didattica di riavvicinamento, afferma Azzolina contestando una definizione del ministro Bianchi.
E interviene anche sulla maturità 2021, la ex Ministra, affermando: “Oggi è stata firmata l’ordinanza sugli esami di Stato 2021, così come li avevamo pensati insieme agli studenti, alle famiglie, alle associazioni dei docenti, sono contenta che si sia deciso di fare l’esame orale così come avevamo pensato, senza fare lo scritto che invece aveva richiesto il PD.”
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