Politica scolastica

Lucia Azzolina contro i sindacati, Cisl e Uil rispondono per le rime

Per giovedì 16 luglio è in programma un incontro fra la ministra Lucia Azzolina e i sindacati scuola; si parlerà dell’avvio del nuovo anno scolastico e del Protocollo sulla sicurezza ma certamente i sindacati coglieranno l’occasione per affrontare anche i temi degli investimenti, degli organici, della stabilizzazione del personale e della riorganizzazione degli spazi.

L’incontro si preannuncia piuttosto “caldo” anche a cause di alcune recenti dichiarazioni di Lucia Azzolina (e in particolare una sua intervista al quotidiano Il Foglio) che non sono piaciute molto ad alcuni segretari nazionali.
Pino Turi (Uil Scuola) rileva che la Ministra “guarda alle macchine, alla tecnologia, sinonimo di modernizzazione e divide le persone che fanno innovazione”.
“La tanto declamata digitalizzazione – aggiunge Turi – non sarà in grado di sostituire, grazie a Dio, il lavoro degli insegnanti e a settembre la ministra si troverà con banchi di nuova generazione, probabilmente con una digitalizzazione d’avventura, ma con personale demotivato”.
Nel corso dell’intervista Azzolina si è lasciata andare a considerazioni pungenti che hanno provocato qualche inevitabile reazione: “Mi sarei aspettata in questi mesi più collaborazione da parte dei sindacati. Mi sarei aspettata da parte dei sindacati meno lettere di diffida e più collaborazione, per guardare verso il futuro. Mi sarei aspettata passi in avanti per esempio nel tentativo di intercettare l’intero personale scolastico e non soltanto quella porzione rappresentata dalle sigle sindacali. Chi ha a cuore la scuola non deve frenare, ma deve impegnarsi a innovare. E innovare oggi significa anche non avere paura di pronunciare una parola spesso tabù: meritocrazia”.
Pronta la replica di Turi: “Ricordiamo alla ministra che per riconoscere il lavoro, il merito, la qualità potrebbe partire dal rinnovo del contratto. Contratto nazionale che riguarda tutto il personale. Tutto quello che lavora a scuola. Questa divisione del personale che si è inventata, tra chi e sindacalizzato e chi no, descrive bene l’idea della nostra ministra alla vigilia di un incontro, ormai da ultima spiaggia”.

E anche Maddalena Gissi, segretaria nazionale di Cisl Scuola, non lascia correre: “Alla Ministra Azzolina, che lamenta la scarsa collaborazione dei Sindacati, sarebbe facilissimo rispondere che siamo noi a lamentare una sua scarsa propensione all’ascolto e al confronto, più volte dimostrata”.
“Se vogliamo discutere seriamente – aggiunge Gissi – è legittimo chiederle di fornire qualche prova circostanziata delle sue affermazioni, evitando peraltro di sparare nel mucchio in modo generico e indistinto, una brutta e diffusa abitudine alla quale spiace si accodi anche la Ministra, che peraltro non ha mai nascosto i suoi trascorsi da sindacalista”.
“Come è noto – sottolinea polemicamente la segretaria della Cisl Scuola – lo ha fatto in un’organizzazione che adotta modelli e stili molto affini a quelli di cui oggi essa stessa si lamenta, e comunque diversi e lontani dal nostro”.

Nel merito dei problemi che devono essere affrontati nelle prossime settimane Maddalena Gissi osserva: “Su tutte le problematiche connesse alla ripresa dell’attività scolastica in presenza stiamo fornendo da mesi, oltre a continue sollecitazioni ad agire, anche puntuali proposte di merito, perché la cosa urgente da fare oggi è dare alle scuole indicazioni chiare su come organizzare in sicurezza il proprio lavoro, e le risorse necessarie per adottare tutte le misure che si rivelano a tal fine indispensabili”.
“Non sappiamo – conclude ironicamente Gissi – se, sottolineando questa esigenza, stiamo intercettando ‘l’intero personale scolastico’ o soltanto ‘quella porzione rappresentata dalle sigle sindacali’ (che vale, per inciso, circa il 90% dei consensi espressi nel voto per il rinnovo delle RSU, cui ha partecipato l’80% della categoria): lasciamo volentieri ad altri di sciogliere il dilemma, alla Ministra chiediamo di affrettare i tempi per decisioni che non possono più attendere, se davvero si vuole restituire al Paese una scuola pienamente operativa in presenza il prossimo settembre”.

 

Reginaldo Palermo

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