Luciana Breggia, ex magistrato, per le edizioni di TS, pubblica “I vermetti e il peremoto”, pp.96, 15,90€ , un bel libro per bambini di assoluta modernità, perché affronta, in chiave fiabesca, come può essere una favola del Terzo millennio, un tema ormai ineludibile relativo ai cambiamenti climatici ma che è anche l’occasione per entrare in quell’altra grave problematica che riguarda le migrazioni dei popoli.
Nel caso di questo singolare libro, illustrato da Paola Formica, si tratta di una famiglia di vermetti costretti a emigrare da una pera, da cui appunto il titolo “peremoto”, ad una zucca, perché essa viene raccolta, insieme con le altre dell’albero, dal contadino per farne delle marmellate.
Da qui dunque la duplice riflessione e il duplice insegnamento per i bimbi: i vermi possono abitare solo i prodotti dell’agricoltura senza distillati chimici, garantendo così la bontà della frutta biologica; la rischiosa migrazione dei vermetti, costretti a lasciare la loro casa, per raggiungere, fra le mille difficoltà che l’attraversamento del terreno determina, la nuova dimora costituita dalla zucca.
D’altra parte la morale con cui coinvolgere oggidì i nostri bambini non può essere che questa: il rispetto della natura, della biodiversità e della sua normale evoluzione, senza gli stravolgimenti che gli anticrittogamici stanno invece imponendo, cosicchè assistiamo alla scomparsa perfino delle api. E poi il nuovo concetto di accoglienza e soprattutto di ospitalità, che era sacra per i greci, ma che risulta ineludibile anche nelle fiabe della tradizione classica, quelle su cui intere generazioni si sono formate.
Il popolo dei vermetti, che mai avrebbe voluto abbandonare la casa-pera, è però costretto a partire, lasciando il calore di quella dimora per decisione del padrone del campo che nel racconto della scrittrice assurge quasi a una entità contro cui nessuna forza a loro nota può opporsi. Anche da qui la similitudine coi cambiamenti climatici che stanno assetando, per esempio, l’Africa, costringendo cosi milioni di persone a tentare la sorte dentro vascelli fragili sopra le onde tumultuose del mare.