Attualità

Luciana Littizzetto e le sue dichiarazioni sui docenti: “la premessa non basta, bisogna sempre fare dei rimandi nel corso del discorso altrimenti viene travisato”

L’attrice si è detta dispiaciuta per quello che è successo, riferendo che non si aspettava tutto questo “odio” mediatico. Ricordiamo che Luciana Littizzetto aveva fatto una riflessione sul caso accaduto Rovigo dove una docente è stata colpita da alcuni studenti da una pistola ad aria compressa e ripresa in dei video poi pubblicati sui social. Dopo mesi, la vicenda non è ancora stata risolta, la professoressa ha denunciato tutta la classe, non tutti gli studenti hanno chiesto scusa e la dirigente scolastica della scuola è stata convocata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per avere il quadro completo della situazione.

La replica dell’attrice

“Settimana leggerissima, proprio una piuma”, ha esordito durante la trasmissione radiofonica La Bomba in onda su RadioDeejay, sabato 28 gennaio, condatta con Vic. E ha anche aggiunto di aver definito gli studenti colpevoli del gesto “delinquenti”, premessa che poi le ha permesso di aprire una parentesi sulla sua esperienza passata da docente senza particolari riferimenti specifici a nessuno: “Alcuni non hanno proprio sentito ciò che ho detto”.

E, in eco con il co-conduttore radiofonico Vic, ha aggiunto: “In qualsiasi discorso serio anche la premessa non basta. Ogni tot minuti devi fare dei rimandini altrimenti…”.

La Littizzetto ha anche detto che da adesso starà attenta a tutto ciò che dirà.

Le considerazioni di Luciana Littizzetto che hanno scosso il corpo docente

Luciana Littizzetto, alla trasmissione radiofonica La Bomba in onda su Radio Deejay del 21/01/2023 ha fatto una lunga riflessione sul caso della docente colpita con la pistola ad aria compressa in una scuola di Rovigo.

La comica ha affermato: “Certo, il gesto che è stato fatto è assurdo e violento, però questa gestione non so se è stata utile o non inutile. Non so, questa situazione mi ha fatto riflettere su quanto siano cambiati i tempi in parte da quando insegnavo io. Io ho insegnato per nove anni. Durante questi anni di insegnamento, in una scuola periferica di Torino, nessuno mi ha mai sparato. Però è vero che c’erano delle classi che erano particolarmente turbolenti, tiravano anche gessetti. Ma non ho mai pensato di convocare, denunciare, scrivere ai giornali. Era una faccenda mia personale e della scuola e mi dicevo ‘o imparo a gestire le classi difficili con le mie forze o è meglio che cambi mestiere’. Poi l’ho cambiato perché mi piacevano altre cose, ma devi imparare ad avere a che fare con questi energumeni”.

Aggiunge anche: “Quando entri in classe sei tu e loro. Se tu sei debole, loro ci marciano tantissimo, non serve a nulla mandarli dal preside, convocare i genitori, denunciare. I ragazzi fiutano la debolezza. In una scuola abbastanza difficile dove insegnavo io c’era un prof. che quando entravi in classe dopo di lui, la classe dovevi ristrutturarla, si tiravano perfino i banchi, si appendevano fuori dalle finestre. Ogni tanto qualche professore mi chiedeva aiuto per metterli in riga. Anche quello l’ho imparato con il tempo a farlo. Non è che tu arrivi e sai come fare. Non esiste una classe ingovernabile, esistono dei professori molto bravi con i quali i ragazzi stabiliscono una relazione e altri con cui non ci riescono. E non è solo colpa dei ragazzi, è anche proprio colpa del professore. È l’empatia, quel qualcosa che fa intuire ai ragazzi che proprio li ami, altrimenti non saresti lì perché ti piace stare con loro, sei interessato a ciò che pensano e sentono. Se riesci a creare questa sensazione, non ti sparano con la pistola ad aria compressa”.

E conclude: “I ragazzi hanno sparato solo a una professoressa, non a tutti. Questo ci deve far riflettere perché probabilmente non è riuscita ad entrare in sintonia con i ragazzi scatenando questa aggressività fuori luogo e da punire”.

Dopo le dichiarazioni, la docente tramite i suoi legali, ha fatto sapere che avrebbe voluto querelare l’attrice per diffamazione mezzo stampa e social.

Sara Adorno

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