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Lucio Corsi andrà all’Eurovision, la rivincita dei “secondi” e dei “normali”? Il cantante eretto a simbolo delle vittime di bullismo

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March 26, 2025

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Lucio Corsi rappresenterà l’Italia al prossimo Eurovision Song Contest che si svolgerà a maggio in Svizzera, a Basilea. Il cantante toscano ha accettato dopo la rinuncia del vincitore del Festival di Sanremo, Olly, comunicata poco fa oggi, 22 febbraio.

Si tratta in un certo senso di una rivincita degli eterni secondi? Di coloro che non sono eccellenti, che magari vengono criticati per non essere conformi alla maggioranza ma che comunque riescono ad andare per la loro strada, magari con soddisfazioni “tardive”.

Ecco l’opinione della sociologa Anna Simone, che ne ha discusso ai microfoni de La Repubblica: “La prima cosa che fa Lucio Corsi presentandosi al grande pubblico è invece quella di mostrarsi con le sue fragilità e con un desiderio frustrato, cioè Volevo essere un duro, volevo essere quello, ma in realtà sono qualcos’altro. Secondo me è stato questo messaggio ad essere premiato, perché rompe con la logica del dover essere ad ogni costo qualcosa di imposto”.

“Lucio Corsi rompe i canoni della società della prestazione contemporanea e rompe i canoni del genere, ma lo fa in maniera fanciullesca, quasi giustificandosi, volevo essere qualcos’altro, invece sono questo. Ha trasmesso un fortissimo messaggio di accettazione per quello che si è. E in questo è stato sicuramente molto potente, e molto autentico. In questa rinuncia ad essere prestante, ad essere performativo, sta la vera potenza di Lucio Corsi. Il dover essere sempre prestanti è un problema che si sente molto nella società contemporanea. Non a caso aumentano le psicopatologie, i suicidi, le azioni violente. Lui è arrivato così, riuscendo a essere sé stesso con grande delicatezza, e questo ovviamente ha avuto un effetto nel consenso”, ha spiegato.

“Volevo essere un duro” e il bullismo

Lucio Corsi è passato dall’essere un cantante di nicchia alla popolarità mainstream. Il brano, come abbiamo già avuto modo di dire, è un inno alla “normalità”, all’accettazione di quello che si è, anche se ci si discosta da ciò che si voleva essere, all’accettazione, anche, dei fallimenti.

In molti, sui social, hanno collegato il brano al bullismo, forse anche a causa dei versi “volevo essere un duro, però non sono nessuno, non sono nato con la faccia da duro, ho anche paura del buio, se faccio a botte le prendo”. Sono molti i video virali su TikTok con la scritta: “La canzone che doveva vincere Sanremo se non esistesse il bullismo”.

Una creator ha anche criticato tutti coloro che in questi giorni stanno postando la canzone, dicendo: “Non vale se sei un ex bullo. Dovete lasciare Lucio Corsi alle persone giuste, non lo potete pubblicare”.

Lucio Corsi, quante persone “strambe” vengono bullizzate?

Su Threads sono molti i post che parlano di bullismo in riferimento al cantante: si dice infatti che una persona sui generis come Corsi sarebbe stata sicuramente bullizzata a scuola, anche da coloro che oggi stanno amando e ascoltando la sua canzone. Insomma, chi ricondivide le sue parole nella vita reale, Ecco alcuni commenti:

“Oggi tutti Lucio Corsi, eppure son certa al 90% che se fosse stato un vostro compagno di classe del paesello lo avreste deriso e considerato ‘quello strano'”.

“Penso che quasi tutti nella vita avete incontrato un Lucio Corsi che avete perculato e fatto soffrire, probabilmente. E ora volete ‘proteggerlo'”?

“L’incoerenza di certe persone qua che si sentono rappresentate dal brano di Lucio Corsi e poi fanno i bulli con chi non la pensa come loro o con chi è più fragile”.

“Lucio Corsi ha fatto letteralmente un brano per Sanremo in cui parla del bullismo e internet lo sta cyberbullizzando facendolo topo o elfo o personaggio”.

Lucio Corsi a scuola, parla il compagno di classe

Ma Lucio Corsi, a scuola, è stato bullizzato? A rispondere un suo ex compagno di liceo, organizzatore dei suoi primi concerti, su Open: “Lui era un ganzo, come è ora. Spiccava per originalità e talento, uno strambo, quello che faceva non era facilmente capibile”.

“Non era bullizzato ma nemmeno preso come idolo, era un tipo molto ganzo, già di nicchia alle superiori. Tanti castiglionesi, specie quelli che non ascoltavano la musica, lo pigliavano un po’ in giro per questo capello lungo, ma niente di che, goliardia di provincia. È scoppiata la luciomania. Gente che prima non se lo filava ha cominciato a parlare bene di lui. La sindaca di Castiglione è impazzita, anche se fino a un certo punto della gara non lo considerava tanto”, ha concluso.