“La crisi economica portata dal Coronavirus colpisce duramente anche ludoteche e parchi gioco: chiuse ormai da oltre due mesi, queste strutture, che offrono a bambini e genitori intrattenimento, giochi, animazione, baby parking e in molti casi anche laboratori e attività educative, rischiano di non risollevarsi dopo l’emergenza”: il grido d’allarme arriva dal Gruppo Parchi Gioco e Ludoteche Italia, costituitosi nelle ultime settimane per dare voce a una categoria frammentata e dimenticata
“Molti gestori di ludoteche – afferma Cinzia Castellazzi, una delle fondatrici del Gruppo e titolare di una struttura a Trezzano sul Naviglio – hanno già deciso di cessare l’attività perché è impossibile sostenere affitti e costi fissi. Se non potremo riaprire ancora per mesi, è realistico pensare che metà delle ludoteche e dei parchi gioco italiani non esisterà più dopo la pandemia. In tutta Italia stimiamo ci siano oltre 2.500 realtà in grande sofferenza, che muovono una forza lavoro di 20.000 persone. Tutte, al momento, senza prospettive e senza tutele”.
Secondo Castellazzi le ludoteche e i parchi gioco “potrebbero essere sfruttati proprio per aumentare l’offerta di servizi alle famiglie che, durante l’estate, dovranno fare i conti con le limitazioni ai centri estivi, mentre i genitori riprenderanno a lavorare”.
Spiega ancora Cinzia Castellazzi: “Abbiamo lanciato la proposta di assumere un ruolo fondamentale nella realizzazione dei centri estivi: le nostre strutture, da sempre destinate ad accogliere in sicurezza i bambini, possono essere messe a disposizione per questo servizio. Le scuole e gli spazi tradizionali non saranno sicuramente sufficienti per ottemperare alla necessità di distanziamento sociale, quindi possiamo affittare i nostri spazi, oppure possiamo organizzare noi direttamente le attività, grazie alle professionalità che sappiamo mettere in campo”.
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