Luigi Berlinguer fu un ex comunista con una visione apertamente liberista della Scuola Statale legato agli interessi delle lobby universitarie. Dopo il suo dicastero la scuola purtroppo non fu più la stessa e sulla sua linea si innestò nel 2015 la Buona Scuola di Matteo Renzi nonché le recenti riforme legate al PNRR in senso iperliberista.
Autonomia, carriera degli insegnanti, dirigenza scolastica, gerarchizzazione della funzione (il famoso “concorsaccio”), formazione iniziale appannaggio delle Università, finanziamento delle scuole non statali, laurea 3+2, scuola governata dal mercato, successo formativo e tanto altro ancora sono il lascito di Luigi Berlinguer.
La crisi della scuola italiana nasce proprio da e con Luigi Berlinguer dimissionario dopo un grande sciopero indetto da Cobas e Gilda contro il “concorsaccio”, gli insegnanti allora credevano ancora nello sciopero e i governi erano ancora sensibili agli scioperi, non fu più così nel 2015 per lo sciopero del 5 maggio.
Ecco perché io non scrivo un coccodrillo per l’ex Ministro, morto in questi giorni all’età di 91 anni, che non si sarebbe mai dovuto sedere a Viale Trastevere, portatore di una precisa linea politica di cui noi tutti stiamo drammaticamente pagando le conseguenze.
Libero Tassella
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