La scomparsa di Luigi Berlinguer, nato a Sassari nel 1932 e cugino del mitico e indimenticabile segretario del Pci, Enrico Berlinguer, lascia una scia di cordoglio nel mondo della scuola, al di là della sua idea di “concorsone”, che gli costarono le dimissioni da ministro della Pubblica Istruzione, dal 1996 al 2000, durante il governo guidato da Romano Prodi, ma senza dimenticare che la sua proposta di Riforma dei cicli scolastici è stata la più serie e lungimirante dopo quella firmata da Giovanni Gentile.
Solo il falò politico e le barriere ideologiche del nuovo governo guidato da Silvio Berluscono, che chiamò al dicastero Letizia Moratti, dal giugno 2001 al maggio 2006, poterono interrompere un progetto corposo per sostituirlo con una demagogica istruzione basata sulle tre I: inglese, internet, impresa, mentre la scuola toccava con questa sorta di controriforma che aveva in mentre il cosiddetto “Modello Milano”, la privatizzazione cioè della scuola sul modello della sanità e delle cliniche private, il suo punto più basso.
Col concorsone in effetti Berlinguer, anche su istanza del sindacato che raccoglieva le lamentele nel corso delle assemblee nelle varie scuole, voleva rendere giustizia ai prof più meritevoli, quelli che si impegnavano giornalmente in classe aggiornandosi e preparandosi.
Infatti, in quegli anni i corsi di aggiornamento erano obbligatori e per passare di gradone stipendiale occorrevano almeno 40 ore di aggiornamento nell’anno. La scuola, con l’appoggio di tutti i sindacati, pretendeva questo impegno da parte dei prof ed evitarli o saltarli comportava la mancata attribuzione degli attesi e sempre pochi aumenti stipendiali.
Da qui dunque anche l’idea dell’allora ministro Luigi Berlinguer del “concorso”: un elaborato attraverso cui, riconoscendo le abilità e la competenza del prof, si alzava il salario anche di qualche milione di lire l’anno.
Chi dovesse valutarlo, come valutarlo, l’incertezza dell’avvenire salariale affidato a un compito scritto furono tutti elementi che fecero inalberare il corpo docente, insieme all’idea di rimettersi in gioco anche dopo anni di ruolo e di onorato servizio.
In ogni caso, oggi, con la sua scomparsa, scompare anche la memoria storica di quel periodo, mentre chi lo conobbe non può fare a meno di riconoscerne la lungimiranza, la cultura e la sapienza didattica nella conduzione della scuola che fu il primo a dotare degli strumenti tecnologici, facendo attrezzare nelle scuole le prime aule computer.
Dice di lui Enrico Letta: “Apprendo con profonda tristezza la notizia della scomparsa di Luigi Berlinguer. Una vita per il miglioramento della ricerca e dell’insegnamento nel nostro Paese. Lascia riforme importanti, valori profondi e idee lungimiranti. È stato un vero privilegio lavorare con lui“.
A nome del Pd, il partito di Berlinguer, parla la segretaria Elly Schlein: “Esprimo a nome di tutta la comunità democratica il più profondo cordoglio per la scomparsa di Luigi Berlinguer. Ci lascia una personalità appassionata e impegnata ma soprattutto Luigi Berlinguer lascia a noi l’eredità di avere a cuore, e difendere, il patrimonio inestimabile della nostra cultura politica. Ai suoi familiari e ai suoi amici vanno le nostre condoglianze”.
E Paola Frassinetti, Sottosegretario all’Istruzione ed al Merito di FdI: “Esprimo profondo cordoglio alla famiglia per la scomparsa di Luigi Berlinguer e mi piace ricordarlo per quanto ha fatto per la nostra scuola quando ha ricoperto il ruolo di ministro dell’Istruzione. La sua propensione al dialogo, dote fondamentale nel campo della scuola, ha fatto di lui un Ministro che ha lasciato un’impronta significativa”
In una nota, la segretaria generale della FLC CCGIL, Gianna Fracassi, dichiara il suo profondo cordoglio: “Ci ha lasciato Lugi Berlinguer. Esprimo a nome mio e di tutta la FLC CGIL profondo cordoglio e vicinanza ai suoi familiari”.
“Un politico che ha messo al centro delle sue attività l’istruzione, il suo valore e la sua importanza. Come Ministro della Pubblica istruzione e, ad interim, dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica è stato autore di una delle più importanti riforme dei cicli dell’istruzione superiore e della riforma dei corsi di studio universitari”.
“Da sempre vicino alle battaglie e partecipe di tante iniziative della nostra Federazione, ci mancherà per la sua intelligenza e la competenza sempre messe al servizio del mondo dell’istruzione e della conoscenza”.
Anche la FISM – Federazione Italiana Scuole Materne, alla quale aderiscono circa novemila realtà educative non profit frequentate da mezzo milione di bambini dove lavorano oltre quarantamila addetti, esprime il proprio cordoglio per la morte di Luigi Berlinguer, che “è stato, nel corso degli anni, una voce autorevole alzatasi a difesa della libertà di scelta in campo educativo, dato sancito dalla carta costituzionale”.
“Alla guida, dal 1996 al 1998, del Ministero della Pubblica Istruzione e, ad interim, di quello dell’Università e della ricerca scientifica e tecnologica, durante il primo Governo Prodi, ed ancora ministro della Pubblica Istruzione nei successivi governi sino al 2000, Berlinguer riconobbe sempre l’importanza del ruolo educativo delle scuole accanto a quello delle famiglie, senza discriminazioni”.
“Affermando con tenacia la sua tesi per la quale l’insegnamento è pubblico, ma può essere somministrato da scuole pubbliche, private, religiose, aconfessionali, in una sana gara a chi insegna meglio, consapevole dell’anacronistica contrapposizione statale e non statale, e della necessità di sgravi economici per le paritarie”.
“Luigi Berlinguer fu l’artefice della Legge 62/2000, purtroppo ancora in parte inattuata”