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Luigi Comencini e il mondo dell’infanzia

Tutti l’hanno ricordato, sulla stampa e nella televisione, come tra i più grandi registi del cinema italiano. 
Nessuno si è, però, ricordato che il suo primo film, Proibito rubare, girato nel 1948 a Napoli aveva avuto per protagonisti, l’infanzia napoletana, i famosi gauglioni della città partenopea distrutta dalle tristi vicende della guerra.
Il giovane regista lombardo, fino ad allora, aveva diretto solo un documentario dal titolo Bambini in città, in cui aveva indagato sulle condizioni dell’infanzia nella Milano del dopoguerra.
In quel momento Comencini sposta la scena da Milano a Napoli per raccontare, lui di religione valdese, la storia di un prete impegnato nelle missioni in Africa dove deve tornare dopo un periodo di permanenza a Napoli.
Don Pietro, è questo il nome del prete, interpretato da Adolfo Celi – che può essere considerato l’archetipo di Padre Flanagan/Spencer Tracy della Città dei ragazzi – mentre si sta preparando per tornare in Africa tra quelle misere popolazioni viene derubato della valigia.
Come padre Flanagan, anche don Pietro sa che non tutto è perduto coi ragazzi e il suo primo film diviene Proibito rubare.
La fretta di trovare la valigia per il ritorno in Africa porta don Pietro in una specie di corte dei miracoli in miniatura, ovviamente, fatta di bambini laceri, affamati, miseri.
Don Pietro non trova il ladro, ma la partenza della nave, che intanto è avvenuta, gli permette di svolgere quella missione che avrebbe dovuto, e voluto, svolgere nel continente nero.
Dalla macchina da presa del giovane regista lombardo viene fuori una Napoli distrutta, dai palazzi diroccati, affamata, attanagliata dalla miseria e dalla corruzione.
È appunto per lo scavo in questo mondo di miseria infantile che Comencini si guadagna fin d’allora l’appellativo di fondatore dl quel neorealismo rosa che si porterà per tutta la vita.
Questo film, purtroppo, è stato subito dimenticato. Dall’annoimmediatamente successivo, Comencini inizierà la sua ascesa nel firmamento cinematografico. Verranno L’imperatore di Capri, con Totò e tanti altri film che ne faranno uno dei più grandi registi italiani.
Tuttavia, deve essere ricordato come il regista che più di altri ha saputo rappresentare il mondo dell’infanzia.
Si pensi a Marcellino, agli sceneggiati televisivi Pinocchio e Cuore e tanti altri che avranno per protagonisti i ragazzi. 
Ma è da Proibito rubare che inizia quell’ascesa in cui un posto sarà sempre occupato dai bambini e dai ragazzi.
Giuseppe Guzzo

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