L’attrice napoletana Luisa Ranieri, 51 anni, madre di due figlie di tredici e nove anni, si è raccontata a Il Corriere della Sera parlando soprattutto del suo ruolo di mamma, discutendo di orientamento a scuola, tecnologia e disagio giovanile.
In particolare, Ranieri ha detto di stare vivendo un momento delicato, quello della scelta della scuola superiore della figlia maggiore: “Sto facendo un lavoro di orientamento per lei e in tutti gli istituti in cui vado i dirigenti parlano di grande disagio giovanile. Una cosa che ovviamente mi preoccupa”.
Ed ecco cosa pensa dei giovani di oggi: “Sono molto più fighi di noi, più intelligenti e smart di quel che pensiamo, più liberi e pacificati su certi temi dove noi abbiamo ancora paletti messi lì dalla religione o da nostri condizionamenti sociali e culturali. Vedremo in futuro, al momento neanche gli psicologi stanno capendo quello che succede. Io penso che questi ragazzi stiano vivendo una delle rivoluzioni più importanti degli ultimi 50 anni, tra i social e gli stimoli che hanno, sessanta volte maggiori rispetto ai nostri. Stiamo dentro a società che si stanno adeguando alle nuove realtà e modificando. Loro impareranno a costruirsi gli anticorpi al cambiamento”.
“Io ho vissuto l’età in cui produci, crei e ti fai gli amici in un’altra epoca. L’attuale invece è l’epoca dei nostri ragazzi, che si sapranno adeguare meglio di noi al cambiamento. E questo mi entusiasma. Criticare i ragazzi come sento fare oggi a molti mi pare invece un modo vecchio di pensare. Bisogna dar loro fiducia perché stanno vivendo il loro tempo. Impareranno a gestirsi”, ha aggiunto.
L’attrice ha poi discusso in merito all’uso degli smartphone: “Per ora mia figlia di nove anni non ha né telefono né social; la maggiore, di tredici, ha avuto i social da quest’anno in terza media, con tutta una serie di limitazioni. Ha insistito tanto per averli e io temevo non si sarebbe staccata più. Ma siccome ne abbiamo parlato parecchio in casa, finisce per chattare un po’ con le amiche la sera e fare due video ogni tanto. Ci sono adulti che passano sui social più ore di lei. I ragazzi che hanno gravi problemi di dipendenza sono forse quelli che hanno avuto i social da piccoli, facendoli diventare un sostituto della famiglia”, ha concluso.
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