Lunedì 2 settembre, anno nuovo ed è subito sciopero
Inizia l’anno scolastico ed è subito sciopero: proclamarlo, per l’intera giornata di lunedì 2 settembre, è stato il sindacato Anquap, Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche, che ha volutamente chiedere ad una parte dei lavoratori del personale Ata di astenersi dal servizio in occasione del primo giorno effettivo di lavoro dell’a.s. 2019/2020.
È solo l’inizio
Nella stessa giornata, è stata anche fissata una manifestazione pubblica in Viale Trastevere, nei pressi del ministero dell’Istruzione.
Lo sciopero, ha annunciato l’Anquap, è solo l’inizio della protesta: è stata infatti indetta anche la sospensione di qualsiasi prestazione eccedente l’orario d’obbligo per tutto il mese di settembre.
Lo sciopero, riporta il Miur, è un’azione a cui il sindacato è ricorso dopo l’esito negativo della procedura di raffreddamento e conciliazione che si è svolta presso il ministero del Lavoro, non riguarda tutto il personale della scuola: sono coinvolti i Direttori dei servizi generali e amministrativi, anche facenti funzione, e tutti gli assistenti amministrativi delle istituzioni scolastiche ed Educative
I motivi dello sciopero
Come già annunciato dalla Tecnica della Scuola, la proclamazione dello sciopero avviene per una serie di motivazioni, qui di seguito esposte, riconducibili a problemi sul fronte degli organici, degli stipendi, dei profili professionali e dello stanziamento di fondi:
l’urgenza di provvedere alla copertura, dal 1° settembre 2019 di 2.907 posti di Direttore SGA vacanti e disponibili. È indispensabile un intervento immediato per stabilizzare i DSGA facenti funzioni: quegli Assistenti Amministrativi che nel corso di quasi un ventennio hanno lodevolmente coperto i posti già vacanti e disponibili. È, altresì, doveroso accelerare al massimo la procedura del concorso per reclutare 2.004 DSGA, con l’esigenza di chiarire quanto prima alcuni aspetti operativi riguardanti lo svolgimento delle prove scritte. È, infine, necessario assumere in ruolo dal 1° settembre 2019 gli Assistenti Amministrativi ancora presenti nelle graduatorie provinciali definitive della procedura selettiva per il passaggio dall’area B all’area D, svoltasi nel 2010 (CCNI 3/12/2009, D.D. n. 979 del 28/1/2010 e D.M. 17/2012), nonché quanti risultano ancora presenti nelle graduatorie degli ex Coordinatori e Responsabili Amministrativi ancora vigenti. La scelta compiuta con il D.M. 725 del 7/8/2019 di accantonare tutti i posti dei Direttori SGA (760 unità) derivanti da cessazioni dal servizio, con decorrenza 1° settembre 2019, è assurda e incomprensibile;
la necessità di una corretta definizione dell’organico dei Direttori SGA, superando la vigente regola sulle scuole sottodimensionate (quelle sotto i 600 alunni o sino a 400 in particolari situazioni) ove non è possibile applicare in via esclusiva un Direttore SGA (ed anche un Dirigente scolastico). Tutte le istituzioni scolastiche sono dotate di personalità giuridica e autonomia funzionale e tutte, indistintamente, esercitano le funzioni attribuite dall’art. 14 DPR 275/99. Ne consegue che il gravame lavorativo è sostanzialmente identico e non è certo il numero degli alunni a determinarne la differenza;
la mancata corresponsione dell’indennità mensile ai Direttori SGA che lavorano in due scuole. Il CCNL del 10/11/2014, che ha stabilito l’indennità mensile per gli aa.ss. 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015, è stato prorogato dall’art. 39 del CCNL 19/4/2018, ma a tutt’oggi l’indennità in questione non è stata corrisposta agli aventi titolo (diverse centinaia di persone) relativamente agli aa.ss. 2015/2016, 2016/2017, 2017/2018 ed anche a quello corrente (a.s. 2018/2019). In alcuni casi le RTS (dipendenti dal MEF) si sono rifiutate di corrispondere anche l’indennità relativa all’a.s. 2014/2015, ancorché coperto dal CCNL del novembre 2014. Sull’argomento l’Anquap ha depositato tre ricorsi presso i Tribunali di Milano, Napoli e Roma;
l’esigenza di rivedere l’organico complessivo del personale ATA sulla base dei fabbisogni effettivi, con recupero (anche parziale) delle riduzioni operate dal 2009 e dal 2015: 44.500 unità ridotte nel triennio 2009/2011 (D.L. 112/2008) ed altre 2.020 unità ridotte dal 1° settembre 2015 (Legge di stabilità 2015), per un totale di 46.520 unità. Nel contesto della revisione vale quanto già esposto al punto 2 e vanno prese in considerazione le ipotesi di aumentare il numero degli Assistenti Amministrativi, nonché quella di introdurre il profilo professionale degli Assistenti Tecnici anche nelle scuole del primo ciclo (la didattica laboratoriale si svolge in ogni ordine e grado di scuole e la presenza di profili tecnici è diventata indispensabile in ogni istituzione scolastica);
l’urgenza di rivedere l’intera procedura di reclutamento a tempo indeterminato e determinato di tutto il personale ATA, poiché la vigente disciplina presenta vuoti preoccupanti ed è sostanzialmente ancora quella “arcaica” del DPR 420/74. Addirittura emergenziale si sta rilevando la vicenda della sostituzione dei Direttori SGA, a causa di un incomprensibile vuoto legislativo e regolamentare, nonché di una inadeguata normazione contrattuale;
la necessità urgente di portare a compimento la reinternalizzazione dei servizi di pulizia e sorveglianza, prevista dalla Legge di Bilancio 2019, con decorrenza 1° gennaio 2020. Di questo passo, con la procedura non ancora attivata, sarà impossibile rispettare la data indicata;
la rivisitazione del sistema di classificazione e di tutti i profili professionali del personale ATA, con particolare riferimento a quelli del Direttore SGA, degli Assistenti Amministrativi e Tecnici. Una rivisitazione resa inevitabile dai nuovi e più complessi compiti e dai maggiori carichi di lavoro anche derivanti dalla L. 107/2015. Nel rivisitare il sistema di classificazione e i profili professionali sarebbe doveroso istituire la categoria dei quadri per i Direttori SGA, o introdurre quella (già presente in alcuni settori) delle alte/elevate professionalità;
lo stanziamento di apposite risorse finanziarie per il corretto riconoscimento economico delle funzioni effettivamente svolte dai Direttori SGA e dagli Assistenti Amministrativi. Si può agire sul trattamento economico fondamentale, ma anche su quello accessorio o attraverso dei bonus formativi e premiali (come già avvenuto per i docenti). Il recente CCNL del 19/4/2018 non ha determinato adeguati riconoscimenti economici per nessun profilo professionale del personale ATA, definendo per i Direttori SGA un aumento della quota base dell’indennità di direzione (€ 6,50 mensili) assolutamente mortificante e addirittura inferiore a quanto riconosciuto con il compenso individuale accessorio a profili professionali di aree inferiori (€ 9,20 per gli Assistenti Amministrativi e Tecnici ed € 8,40 per i collaboratori scolastici). La recente costituzione del Comparto Istruzione e Ricerca – che vede insieme i settori della Scuola, di Accademie e Conservatori, di Università e degli Enti Pubblici di Ricerca – ha reso evidente le disparità di trattamento economico fra categorie che svolgono sostanzialmente un identico lavoro (vedi, ad esempio, il rapporto tra Direttori SGA delle scuole e Direttori Amministrativi di Accademie e Conservatori). La perequazione retributiva sarebbe un atto di elementare giustizia. Peraltro, la sottoscrizione definitiva del CCNL dell’Area Istruzione e Ricerca (avvenuta l’8/7/2019) aumenta il divario tra il trattamento economico dei Dirigenti e quello dei Direttori SGA: non è troppo quello dei Dirigenti ma troppo poco quello dei Direttori;
il ritardo assolutamente ingiustificato nell’erogazione alle scuole dei fondi per il miglioramento dell’offerta formativa, che a tutt’oggi non consente il pagamento delle prestazioni aggiuntive del personale docente e ATA e dell’indennità di direzione ai Direttori SGA e loro sostituti.