”Affidereste i vostri bambini a quest’uomo?” È la domanda che alcuni mezzi di informazione hanno posto ai loro lettori, accanto alla foto di un giovane tatuato dalla testa ai piedi. Eh sì, perché quest’uomo – definito la persona più tatuata di Francia – è anche un maestro elementare, in un piccolo comune a una ventina di chilometri a sud di Parigi.
Si chiama Sylvain Hélaine, ha 35 anni ed è considerato una star nell’universo dei tatuati, dove è meglio conosciuto col nome d’arte Freaky Hoody. Nessuna parte del suo corpo è sfuggita all’abile mano del tatuatore, neanche gli occhi, per tatuare i quali si è dovuto recare in Svizzera perché in Francia i tatuaggi oculari sono proibiti.
Insomma, come potrete immaginare, molti genitori non hanno gradito e hanno protestato, chiedendo il suo allontanamento dalla scuola elementare a causa della paura che il maestro incuterebbe ai loro figli. Dal canto suo, Sylvain Hélaine non si scompone, sostenendo che la sua persona è una sorta di manuale pedagogico vivente, in quanto i bimbi “imparano la tolleranza e il rispetto degli altri e , quando saranno adulti, ci sono buone probabilità che non diventino omofobi e razzisti e non guarderanno le persone disabili come bestie da circo”.
I poliziotti no, i docenti sì
Il problema, in effetti, si pone eccome: ad esempio, ci si potrebbe chiedere come mai agli agenti della polizia di stato francese sia consentito di avere dei tatuaggi, ma a condizione che siano discreti, poco visibili. Così come in Italia, del resto, dove addirittura i tatuaggi non devono essere visibili. Alla fine, i rapporti tra poliziotti e utenti è certamente meno intenso rispetto a quelli che possono esserci tra un docente e i suoi allievi. Perché, dunque, permettere a un docente ciò che a un agente di polizia non è consentito?
Guardare con gli occhi di un bambino
Forse, aldilà della legittima paura che un bimbo di sei anni può provare nel ritrovarsi in classe per la prima volta un insolito maestro molto colorato, ha ragione il nostro docente super tatuato, quando afferma che la scuola – a differenza del Ministero degli Interni – ha il compito di favorire l’accettazione di ogni forma di diversità. E i bambini, come sappiamo, sono ancora liberi da tutte le sovrastrutture che talora soffocano la libertà degli adulti e si aprono presto e con fiducia all’altro diverso da loro. Avete mai visto un bambino razzista?