In classe non si deve usare il cellulare. Quante volte, cari ragazzi, vi sarà stata ripetuta questa frase che non ha nulla di particolare se non il richiamo al rispetto delle regole.
“Ma senza cellulare non si può stare”, potrebbe essere la risposta. “E’ mio e guai chi me lo tocca o che mi costringe a non usarlo facendosi forza di una sanzione disciplinare (nota sul registro elettronico). Tanto un provvedimento del genere lo considero veniale. Mica ho ammazzato qualcuno. E poi… c’è chi mi aiuta”.
E’ un comune modo di pensare e pure di parlare.
Non ci si rende conto dell’atteggiamento di sfida nei confronti chi sta in cattedra.
Il riferimento, ovvio, riguarda i vostri docenti. Hanno qualche anno in più di voi. Potrebbero essere genitori, zii, forse nonni ai quali ci si augura di portare rispetto.
Se dunque in famiglia l’atteggiamento è corretto (?), perché mai non altrettanto in aula?
Voglia di conquistare la piazza del video – mediatico?
“Guarda cosa è possibile fare e si potrebbe andare anche oltre”. L’effetto emulazione è troppo forte e i casi aumenteranno sempre di più. E le vittime anche.
Già tutto si può fare senza considerare coloro che subiscono fatti del genere.
Vorrei provi questa domanda. “E se capitasse ad uno di voi”?
Mi spiego. Cambiamo i ruoli. Un vostro compagno/a sale in cattedra e fa lezione.
Ad un certo punto, non si sa per quale motivo, viene sbeffeggiato, canzonato, insultato o deriso solo per il divertimento e la voglia del “postare”…
Non credo che sia per nulla divertente sia perché ce l’avrà messa tutta per adempiere bene al proprio dovere e poi, soprattutto, ne risentirebbe tanto e per molto tempo.
Dalle ferite fisiche si può guarire, ma quelle morali e psichiche lasciano uno strascico molte volte indelebile.
“Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”, dice un proverbio della saggezza popolare.
Createvi una cultura sul corretto uso del cellulare. Non diventatene succubi.
Nessuno nega la sua utilità. Si tratta di metterci un po’ di buona volontà. Ma cos’è la buona volontà? Non è un oggetto da acquistare, non ha prezzo monetario, non trova si da nessuna parte.
E’ un potere (una forza) insito in ogni essere umano, in voi stessi, di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di determinati scopi legittimi.
Come a dire: “Da quando entro a scuola e fino al momento dell’uscita non mi serve e non lo uso perché è giusto sia così”.
D’altronde all’epoca in cui questo strumento non esisteva come si faceva? E generazioni sono cresciute senza problemi. Io faccio parte di una di queste e vi posso assicurare che, pur avendolo uno smartphone, lo utilizzo nel giusto modo.
Giovanni Todeschini
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