“Da un lato, considerando la discutibilità delle misure avanzate e le contraddizioni emerse all’interno del governo sul tema, è meglio che la presentazione del piano sia stata rimandata e che l’esecutivo guadagni tempo per ragionarci più seriamente.
Dall’altro, il fatto che la decisione di rimandare il tutto sia stata presa solo all’ultimo secondo induce a pensare che la motivazione utilizzata, il non voler mettere troppa carne al fuoco, sia una scusa.
Forse, in realtà, ci sono difficoltà a garantire le coperture per i precari che dovrebbero essere immessi in ruolo?
Forse il maggior peso che dovrebbe essere regalato alla scuola privata, che tanto piace al ministro Giannini, non è poi così condiviso all’interno della maggioranza?
Forse tagliare le supplenze (anzi, i supplenti) è un’operazione meno scontata di quanto il governo volesse far pensare?
Mentre in agosto il mondo della scuola era fermo, Renzi, Giannini e altri esponenti del governo hanno spadroneggiato sui media con dichiarazioni, anche contraddittorie tra l’oro, che hanno gettato nella confusione il comparto, il quale si era trovato allo scoperto. Ora, all’improvviso, lo stop. Un modo di proporsi e di agire che definisce il reale grado di rispetto che il presidente del Consiglio ha nei confronti dell’istruzione”.