I deputati M5S in commissione Cultura, commentano l’incardinamento della proposta di legge M5S a prima firma Silvia Chimienti in merito all’inserimento dell’educazione all’affettività, alla sessualità consapevole e alla parità di genere nei programmi didattici delle scuole.
“Parte finalmente l’iter della nostra proposta di legge, si legge su un comunicato stampa, che prevede l’inserimento dell’educazione all’affettività, secondarie di primo grado e del biennio delle scuole secondarie di secondo grado. L’Italia è uno dei Paesi più arretrati d’Europa in materia di diritti civili e, ancora oggi, manca nel nostro ordinamento giuridico il reato di omofobia che tuteli i cittadini vittime di questa forma di violenza fisica e psicologica. Ma le sanzioni non sarebbero comunque sufficienti: è necessaria in primis una rivoluzione culturale che abbatta i pregiudizi e questo processo non può che partire dalle scuole e dalle università, i luoghi nei quali si formano i cittadini di domani”.
“Secondo Anddos, proseguono i pentastellati, ovvero l’Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale, in Italia oltre il 90% delle persone omosessuali si è sentita discriminata almeno una volta nella vita. Una vera emergenza che in alcuni casi produce effetti drammatici: non sono sporadici i casi di giovani omosessuali che si tolgono la vita perché si sentono discriminati in base al proprio orientamento sessuale. Discriminazioni che spesso si riscontrano già in ambito scolastico e universitario. Inoltre, nonostante l’introduzione del reato di femminicidio, la cronaca ci dice che le violenze sulle donne sono in costante aumento. La politica da anni riconosce la necessità di agire sull’inasprimento delle pene e attraverso la prevenzione della violenza ma, come dimostrano i dati, questo non è sufficiente: il M5S ritiene prioritario agire culturalmente: chiediamo dunque che il ministero dell’Istruzione introduca l’educazione all’affettività e alla sessualità consapevole nei programmi di tutte le scuole”.
“Non si tratterebbe di una nuova disciplina – afferma Chimienti – perché i corsi verrebbero svolti in forma interdisciplinare da tutti i docenti. In base alla Convenzione di Istanbul ratificata dall’Italia nel 2012: tutti gli insegnanti italiani hanno il dovere di essere formati sui temi delle pari opportunità e della lotta ad ogni forma di discriminazione. Dunque, stiamo parlando di una legge a costo zero e di una tipologia di insegnamento ampiamente diffusa nel resto del Vecchio Continente. Fin dagli anni ‘70 e ’80 molti Paesi europei hanno introdotto programmi obbligatori sull’affettività e sulla sessualità consapevole”.
“La voce di moltissimi nostri concittadini, conclude Chimienti, è rimasta fino ad oggi inascoltata o soffocata: è giunto il tempo che lo Stato italiano compia il suo dovere e per questo ci auguriamo che la convergenza delle altre nostre forze politiche sulla nostra proposta sia ampia e che i lavori si svolgano in tempi celeri. Non possiamo più aspettare”.
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