Quella subita dai docenti precari sul tema delle ferie non godute è l’ennesima violazione di diritti elementari sanciti, peraltro, anche dalla contrattazione collettiva. La nostra legge mira a sanare un vulnus che costa a ogni insegnante oltre mille euro l’anno”. Lo dice il Gruppo M5S Camera in merito alla proposta, a prima firma Silvia Chimienti, che debutta oggi in Commissione Lavoro.
“I docenti a tempo determinato – spiega la deputata pentastellata piemontese – perdono in pratica la retribuzione che spetterebbe loro per le ferie non godute. L’esempio classico è quello di un precario con contratto dal 1 settembre al 30 giugno: in questo periodo matura 35 giorni di ferie che equivalgono a 1.100 euro. Con la legge di Stabilità di Monti si è imposto agli insegnanti a tempo di usufruire delle ferie nei giorni in cui le lezioni sono sospese. In questo modo il monte ferie viene azzerato del tutto o quasi e la perdita in termini economici è, appunto, di oltre mille euro l’anno per docente”.
“Questo abuso colpisce 130mila insegnanti a tempo determinato, che tra l’altro già soffrono la cronica mancanza di prospettive e la perdita delle mensilità di luglio e agosto e degli scatti stipendiali. Il M5S punta al rispetto della contrattazione collettiva. I 200 milioni l’anno che servono a copertura – chiude Chimienti – si possono tranquillamente recuperare, come contempla la nostra legge, da un riordino selettivo delle detrazioni e agevolazioni fiscali”.