“Il 12 dicembre 2016, l’ex-Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ha firmato il suo ultimo decreto ministeriale: un vero è proprio “blitz” attraverso il quale sono state istituite le lauree professionalizzanti. Al nuovo titolare del Miur chiediamo l’annullamento del suddetto provvedimento, nelle parti in cui interviene su una materia estremamente delicata come quella delle lauree professionalizzanti e se, piuttosto, non intenda invertire la rotta delle politiche del ministero, agganciando i titoli professionali ai diplomi delle scuole tecniche e professionali del nostro sistema d’istruzione, attraverso l’opportuno aggiornamento dei curricula degli indirizzi dei trienni tecnici-professionali”.
Così i parlamentari del M5S in commissione Cultura commentano l’interrogazione, a prima firma Luigi Gallo, rivolta al ministero dell’Istruzione.
“Riteniamo assolutamente inopportuno e una forzatura il fatto che un ministro uscente vari, “last minute”, un provvedimento di tale entità. Ricordiamo che quelle professionalizzanti sono lauree triennali a numero chiuso, che prevedono la realizzazione di convenzioni con imprese qualificate-associazioni-ordini professionali e un anno di tirocinio curriculare. Dette lauree professionalizzanti rischiano di rivelarsi una ghiotta occasione per imprese e studi professionali che vogliano avvalersi di studenti da impiegare, verosimilmente a titolo gratuito, in cambio della certificazione delle competenze acquisite.
C’è poi un’altra questione dirimente: per accedere all’accreditamento è necessario dimostrare che almeno l’80% dei laureati abbia trovato un lavoro ad un anno dal titolo di studio. Il rispetto di tale soglia è “condizione necessaria al fine dell’accreditamento periodico del Corso stesso dall’a.a. 2021/2022 nonché al fine dell’accreditamento iniziale di altri Corsi con le medesime caratteristiche nella stessa classe”. Ebbene, il decreto firmato dalla Giannni non dirime la questione riguardante l’identificazione del soggetto giuridico che avrà il compito di valutare il rispetto della percentuale minima prevista”.
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