“Dopo le minacce rivolte nei confronti dei docenti che legittimamente protestano contro il Pof, ora il vice presidente dell’Anp (Associazione nazionale Presidi) torna sui suoi passi e tenta di chiarire in maniera non rassicurante e comunque inefficace una realtà dei fatti che il M5S aveva già denunciato sin dall’inizio della presentazione della legge 107: il governo ha messo la scuola nelle mani di presidi manager, con il rischio concreto che molti di loro ora esercitino un vero e proprio potere ricattatorio nei confronti della classe docente, a scapito degli insegnanti e di tutti i presidi che si riconoscono in una scuola democratica e aperta”. Lo affermano i parlamentari M5S della Commissioni Cultura di Camera e Senato.
“A questo – continuano i parlamentari M5S – si aggiunge un’altra nefasta conseguenza per i docenti: molti di coloro che non si adegueranno al Pof, saranno costretti a chiedere la mobilità, finendo così all’interno degli ambiti territoriali, dunque senza nessuna certezza sul loro futuro, e stessa sorte toccherà anche ai vincitori di concorso”.
“Dispiace – concludono – che nella bozza di contratto i sindacati abbiano accettato un ‘contentino’ che di fatto discrimina i docenti e salvaguarda solamente coloro che sono stati immessi in ruolo entro il 31 agosto 2015. Questi ultimi potranno trasferirsi mantenendo la titolarità della sede, mentre per tutti gli altri sarà caos e incertezza perenne”.
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