Bianca Laura Granato è un’ex grillina di ferro. Figura tra le decine di deputati espulsi dal Movimento 5 stelle: per lei il “cartellino rosso” è arrivato subito dopo il voto contrario alla fiducia del Governo Draghi. E ora non risparmia critiche al partito pentastellato. Fa un certo effetto, perché ha avuto un ruolo importante nella politica scolastica per tre anni, durante il doppio Governo Conte, come capogruppo del M5s nella Commissione Cultura di Palazzo Madama. L’abbiamo intervistata, per capire cosa c’è dietro la sua revisione di pensiero verso quel M5s che l’ha portata in Parlamento.
Ai microfoni della Tecnica della Scuola, la senatrice – confluita nel Gruppo Misto e in L’alternativa c’è – spiega che non condivide “l’indirizzo neoliberista che ha intrapreso il Paese: su 750 miliardi complessivi del Recovery Fund, all’Italia vanno 200 miliardi, che però – sostiene – sono associati ad una serie di riforme che la stanno fortemente danneggiando”.
Una parte di quei miliardi, oltre 30, verranno comunque investiti per Scuola, Università e Ricerca: non è poco…
“È vero, ma sono fondi che vanno nella direzione voluta da Confindustria, non in maniera libera e nemmeno per promuovere il libero sviluppo della persona umana come dice la Costituzione. Si devolvono agli ITS oppure ai nidi e all’infanzia, cioè tutti quei segmenti dell’Istruzione che fanno comodo a Confindustria: così riusciranno ad entrare loro direttamente nella formazione, poiché comunque questi istituti avranno la possibilità di assumere fino al 50% e oltre di personale non esperto e senza alcuna formazione pedagogica. E tutto questo dopo che per anni sono stati distrutti letteralmente gli istituti tecnici e professionali”.
Ma perché questo cambiamento dentro i 5 Stelle: cos’è accaduto negli ultimi anni?
“Guardi, io non ho non lo so esattamente così accaduto: la cosa più facile da ritenere è che effettivamente i vertici del Movimento 5 Stelle siano entrati a pieno titolo nel sistema neoliberista; lo stesso che avrebbero dovuto ribaltare” divenendone “pienamente complici e conniventi”.
Anche l’attuale leader politico del M5s Giuseppe Conte ha delle responsabilità?
“Certamente sì, perché Conte è stato il cavallo di Troia, che in qualche modo ha portato il Movimento 5 Stelle ad assimilarsi e unirsi con il Partito Democratico”.
Cosa pensa della Legge di Bilancio?
“Questa Legge di Bilancio va nell’ottica che io ho sempre contestato: non riconoscere e retribuire il lavoro dei docenti, invece premiando a chi è fedele alla linea del capo. Inoltre, non ci sono quegli adeguamenti stipendiali che ci si aspettava. Si vuole mantenere assolutamente minimo il livello stipendiale per poi strafare nella didattica curricolare; solo che anziché migliorare l’offerta formativa della scuola, in moltissimi casi la disperdono. L’abbiamo visto con il Piano Scuola del ministro Bianchi di questa estate”.
Anche sui precari non è stato fatto molto
“Il precariato scolastico si è venuto a creare attraverso la cooptazione all’interno delle scuole di persone che non erano state formate per lavorare nella scuola e quindi sostanzialmente poi andavano adeguatamente formate e selezionate, per poi essere reclutate a pieno titolo”.
Negli ultimi tre anni e mezzo nella scuola cos’è che non è andato, a iniziare dagli stipendi, passando per le classi pollaio? C’è stato un gran parlare, tante aspettative, ma non si è mai fatto nulla.
“Perché sostanzialmente i 5 stelle si sono rivelati come tutti gli altri, cioè hanno effettivamente relegato la scuola a fanalino di coda della società, considerandola quasi un comparto irrecuperabile”.
Oggi c’è tanta contrarietà tra gli insegnanti, che esprimono delusione e rammarico per il M5s: perché il mondo della scuola non è stato ascoltato?
“Questa è la verità, quindi doveva essere in qualche modo imposta una disciplina di obbedienza rispetto a logiche del mercato, non a logiche di interesse pubblico di interesse perché le logiche del mercato non coincidono, con quelle dell’interesse pubblico e quindi non vanno nell’ottica della promozione del libero sviluppo della persona umana come dice la Costituzione”.
C’è spazio per la formazione di nuovo nucleo politico che in linea con quello che mi sta dicendo secondo lei?
“C’è sicuramente spazio. Bisogna però trovare la modalità per recuperare la fiducia dei cittadini che non dev’essere una fiducia cieca ma deve nascere dalla consapevolezza questa volta. Non dalla propaganda di una scatola vuota o di un Brand, ma dalla consapevolezza”.
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