Categorie: Politica scolastica

Ddl Scuola, M5S all’attacco: “Previsti stipendi da fame per i docenti”

I parlamentari del M5S in commissione Cultura criticano aspramente il Ddl scuola: “Il Governo sta per applicare il jobs act anche alla scuola, con un obiettivo: fare cassa sulla pelle degli insegnanti, ai quali andranno stipendi da fame. Nell’articolo 23 delle deleghe al Governo nel Ddl Istruzione – si legge in una nota – è prevista la modifica del sistema di reclutamento. I docenti vincitori non entreranno direttamente in ruolo ma, per i tre successivi anni, saranno assunti con un contratto a tempo determinato di formazione e apprendistato.

E qui sta il trucco: in questo modo, nel corso del primo anno dovranno frequentare un corso universitario, il cui costo sarà a carico dell’insegnante. Successivamente, durante il secondo e terzo anno, a causa di questa tipologia di contratto, percepiranno poche centinaia di euro al mese. Non solo, potranno ancora essere utilizzati per coprire supplenze e anche per materie contigue rispetto a quelle nelle quali si sono specializzati.Fino ad oggi, quantomeno, lo stipendio per insegnanti che facevano supplenze era lo stesso dei loro colleghi stabilizzati”.

“In sostanza – continuano i parlamentari M5S- per i primi tre anni dopo la vittoria del concorso i docenti percepiranno spiccioli: soldi che Renzi vuole utilizzare per fare cassa. Noi abbiamo presentato un emendamento al Ddl Istruzione con il quale chiediamo che a questi soggetti venga applicato il Contratto collettivo nazionale di lavoro”.

E non finisce qui. Secondo gli esponenti grillini della Commissione Bilancio, i colleghi di commissione del PD, nel pomeriggio di giovedì,  “erano seduti amabilmente con il sottosegretario De Micheli, la Ragioneria di Stato e i funzionari della Camera, con i quali si si stavano accordando sui dettagli del ddl istruzione”.

“A seguito di questo fatto gravissimo la stessa commissione, che avrebbe dovuto dare i pareri sugli emendamenti al Ddl Istruzione, è stata sconvocata. Perché il Pd fa riunioni carbonare con la Ragioneria? Chi li autorizza? – si chiedono i grillini.

“Renzi – hanno aggiunto- afferma di voler parlare con tutti, ma alla prova dei fatti si scrive le regole da solo. Ecco qual e’ per lui il significato di ‘confronto. Un fatto, quello al quale abbiamo assistito, inaccettabile e che chiarisce il livello di arroganza del suo partito, che utilizza le istituzioni a suo piacimento: niente commissione su scuola per riunioni carbonare Governo”. 

Andrea Carlino

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