Così Gianluca Vacca, parlamentare a 5Stelle, della Commissione Istruzione della Camera e fra gli estensori del provvedimento di legge presentato direttamente al ministro Giannini.
Nel corso di una intervista spiega, dal suo osservatorio, che le riforme promesse da Renzi son fatte senza soldi:
“Il primo problema è che non ci sono risorse in più e il premier non ripristina gli otto miliardi di tagli fatti negli ultimi sette anni. Gli unici soldi certi per la scuola sono il miliardo messo nella legge di stabilità per il 2015, nonostante Renzi parli di tre miliardi futuri. Ma il punto è che il miliardo stanziato va a compensare il miliardo di tagli al comparto scuola e università; considerando anche i blocchi stipendiali e gli scatti di anzianità, oltre al capitolo supplenti”, spiega Vacca che aggiunge: “Il piano di assunzioni di cui Renzi parla sta ancora nel campo delle ipotesi. Al ministero dell’Istruzione ci hanno confermato che non conoscono i dettagli. Il punto è che il modello di scuola che propone Renzi è un modello aziendalistico, punitivo per i docenti che già oggi hanno gli stipendi più bassi d’Europa. C’è poi la questione del merito: noi siamo d’accordo sul principio meritocratico ma gli scatti per il merito devono aggiungersi a quelli di anzianità, altrimenti il rischio è che un docente che ha già uno stipendio da fame, lo avrà ancora da fame se non fa quello che dice il governo. Peraltro gli scatti premiali già ci sono e sono previsti attraverso incarichi a docenti che intendono impegnarsi di più a scuola. Alla fine, Renzi sbandiera una cosa già esistente e vuole fare una riforma così complessa a costo zero”.
{loadposition eb-pof}
Ma Pier Carlo Padoan, il ministro dell’Economia, dal suo altro osservatorio, dice che i soldi per la riforma della scuola ci sono e che li troveranno: “i soldi ci sono, li troveremo”. “La scuola è il punto di partenza di un futuro lungo ci sono numeri che dicono che l’investimento nell’educazione dà più risultato a tutti i paesi in termini di crescita e lavoro”.
Ironico Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà: “se la riforma della scuola è come quella del lavoro, male mi sento”.
“Sotto il vestito della propaganda ci sono cose vecchissime come la perdita dei diritti nel mercato del lavoro. Ora aspetteremo di leggere i testi. Normalmente – conclude Vendola – ascoltiamo il carosello pubblicitario che accompagna il protagonismo di Renzi. Poi ci tocca leggere i disegni di legge, e lì la propaganda cede il passo a una realtà molto più greve”.