Categorie: Politica scolastica

M5S e l’educazione all’affettività

 

Una proposta di legge ben motivata che nasce da una amara constatazione: il bullismo omofobico e tranfobico solo nel 2013 è stato la causa del suicidio di tre ragazzi italiani di 14, 15 e 21 anni.

Dunque l’obiettivo può essere uno solo: educare alla diversità e al rispetto di essa. Il M5S ritiene che tali rivoluzioni culturali e i corrispondenti processi educativi debbano svolgersi nei luoghi del sapere, tra i banchi di scuola.

Gli studi hanno dimostrato infatti che il bullismo omofobico, che si consuma in ambiente scolastico, si origina dal pregiudizio e dai cosiddetti stereotipi di genere.

Ma in che modo verrà introdotta tale nuova materia? L’Educazione all’Affettività sarà svolta non come materia autonoma, ma in maniera trasversale e interdisciplinare dagli stessi docenti delle altre materie interessate dal tema (storia, filosofia, letteratura).

Insomma una proposta di legge a costo zero che intende cogliere la grande opportunità offerta dalla ratifica della Convenzione di Istanbul e dall’approvazione del decreto Carrozza (104/2013) che prevedono l’obbligatorietà per i docenti di essere formati sui temi dell’educazione al rispetto della diversità e delle pari opportunità.

Una proposta di legge ambiziosa che prevede un iter in più fasi. Innanzitutto si impegnerà il Governo a istituire una Commissione Tecnica per la lotta alle discriminazioni ed il superamento degli stereotipi di genere, composta da due funzionari di livello dirigenziale del Miur, da due funzionari di livello dirigenziale del Ministero delle Pari Opportunità e da tre funzionari di livello dirigenziale dell’UNAR (Ufficio nazionale Antisdiscriminazioni razziali). Tale Commissione verrà indirizzata nello svolgimento delle sue funzioni dalla Consulta delle associazioni per la lotta alle discriminazioni e al superamento degli stereotipi di genere, costituita dal MIUR con apposito decreto.

Sulla base delle indicazioni fornite dalla Commissione Tecnica, il Ministero dovrà provvedere a rivedere mediante decreto le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola d’infanzia e del primo ciclo di istruzione, quelle per gli obiettivi specifici di apprendimento per i licei e le linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento negli istituti tecnici e professionali per il primo biennio, inserendo tra gli obiettivi specifici di apprendimento anche l’educazione all’affettività e alla sessualità consapevole.

In questo modo sarà possibile prevenire il bullismo omofobico arricchendo trasversalmente e interdisciplinarmente il discorso a scuola sulle variabili sessuali, sull’equità di genere e sull’accettazione della diversità.

L’educazione all’Affettività diventerà parte integrante di tute indistintamente le discipline. Non ci sarà dunque una sola ora dedicata a questi aspetti, ma grazie alla modifica e all’integrazione delle linee guida nazionali, i docenti di tutte le materie dovranno introdurre durante lo svolgimento dei programmi delle loro discipline i temi enucleati pocanzi e racchiusi nella dicitura convenzionale di “educazione all’affettività e alla sessualità consapevole”.

E la formazione dei docenti? Per poter realizzare tutto ciò, naturalmente, occorrerà che i docenti siano adeguatamente formati in tal senso ed è per questo motivo che all’articolo 4 si effettua un rinvio a quanto statuito dal decreto 104/2013, il cosiddetto decreto istruzione, che prevedeva la formazione obbligatoria dei docenti volta all’aumento delle competenze    relative all’educazione all’affettività, al rispetto delle  diversità, alle pari opportunità e al superamento degli stereotipi di genere.

Gli stessi docenti potranno essere coadiuvati da membri scelti dagli organi direttivi delle associazioni iscritte al Registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni, secondo quanto statuito dal decreto 215/2003.

L’approvazione di un ordine del giorno su questo tema in occasione del decreto Carrozza fa ben sperare che anche in Italia i tempi siano finalmente maturi per avviare la rivoluzione culturale già da decenni avviata negli altri paesi europei.

D’altronde quanto è in ritardo l’Italia su questi temi? Ricordiamo infatti che l’educazione sessuale è parte integrante dei programmi didattici di tutti gli altri paesi UE che l’hanno introdotta a partire dagli anni ’70. L’ultima a introdurla è stata l’Irlanda nel 2003, oltre dieci anni fa.

Conclude il M5S:”L’Italia risulta fanalino di coda anche in tema di diritti civili e gli episodi di bullismo omofobico continuano ad avere terreno fertile in ambiente scolastico, universitario e nella società tutta. L’interiorizzazione delle violenze fisiche e psicologiche nelle vittime di bullismo omofobico è pericolosissima e porta talora a gesti estremi. Abbiamo il dovere morale di costruire una società migliore, una società civile e tollerante. Questa proposta di legge mette un tassello in questo processo di civilizzazione che richiederà molti anni.”

Educazione all’affettività nelle scuole di ogni ordine e grado. Il M5S ci spera. Perchè ad amare si impara e tutti hanno diritto ad amare.

 

 

Silvana La Porta

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