Siamo di fronte ad un momento politico concitato, ma da precario invito i miei colleghi a non perdere, per nessun motivo, la lucidità.
L’unione tra M5s e PD sancirebbe l’eliminazione definitiva di noi docenti precari, salvo un intervento massiccio dei sindacati che, ricordiamolo, non scrivono e approvano le leggi.
L’avvento di Zingaretti ha fatto sentire all’interno del PD un rantolo di sinistra, ma sarà veramente così? Soluzioni per il lavoro, soprattutto quello precario, si trovano nell’agenda del nuovo e rinnovato PD?
Ecco cosa pensava poco tempo fa Camilla Sgambato, neo-responsabile scuola del Partito Democratico: “Penso che il governo abbia deciso di procedere con una sanatoria che, come tutte le sanatorie, temo non risolverà i problemi strutturali che si ripresenteranno tra qualche anno. E poi bisogna cominciare davvero a tenere insieme diritti degli studenti con diritti dei docenti, in modo equilibrato. Comunque, aspettiamo di vedere cosa proporrà il governo che mi pare anche molto diviso al suo interno su questa opzione”
Dunque il principale partito di sinistra del paese, definisce “sanatoria” un provvedimento a tutela dei lavoratori precari. Neanche un’incombente procedura d’infrazione Europea per abuso di precariato nel pubblico impiego sembra far ragionare il nuovo PD, che in tempi meno sospetti si trovava già allineato con le posizioni ufficiali del M5S.
Sia ben chiaro che, oltre 55000 precari, insieme ai sindacati, sono pronti a lottare duramente per la tutela e la stabilità del lavoro.
Anche a settembre saremo in cattedra ed è ora che la politica riconosca il ruolo fondamentale che da anni svolgiamo nel sistema pubblico d’istruzione.
Gaspare Barbera
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