Sembrava una di quelle news da non considerare e invece arriva direttamente da Aska, la nota agenzia di stampa, che riporta pure la immediata polemica che ne è sorta.
Il focolaio nasce in Piemonte, dove il gruppo alla Regione dei 5 Stelle ha chiesto alle scuole di iscriversi alla piattaforma Rousseau, il sistema operativo del movimento ideato dalla Casaleggio, per usufruire dei fondi per la sicurezza degli edifici, messi a disposizione dai consiglieri che hanno tagliato i loro emolumenti.
In altre parole: se le scuole del Piemonte vogliono usufruire dei soldi che i consiglieri pentastellati lasciano dal taglio dei loro stipendi, devono iscriversi alla piattaforma della ditta Casaleggio: se non è proprio un ricatto, sembra una pressione non del tutto corretta nei confronti dei dirigenti e delle scuole che, con tutte le loro certificate mancanze, tentano di educare alla libertà e alla libera scelta, senza costrizioni o condizionamenti.
Se si mettono infatti a disposizione fondi politici, e che comunque sono frutto delle tasse dei cittadini, con generosa prospettiva, non si può poi fare la lisciatura del gatto, né pensiamo che la parte dei proventi dei deputati 5Stelle, destinata alle imprese, sia stata consegnata a condizione che…
E di conseguenza è subito partita la polemica:
“La scuola pubblica non è in vendita e non sono ammesse le sponsorizzazioni politiche”, dichiara una consigliera regionale PD, denunciando la lettera della collega del M5S, inviata alle scuole piemontesi per invitarli a registrarsi sulla piattaforma informatica.
“Se i consiglieri regionali del M5S – prosegue – vogliono finanziare la scuola pubblica, che è per tutti e quindi di tutti, versino l’indennità di mandato a cui rinunciano al Consiglio regionale e così si potrà attivare un regolare bando pubblico e trasparente”.
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