A meno di otto mesi dall’inizio del Governo M5S-Lega, è già tempo di bilanci e di confronti: a sostenerlo è il Movimento 5 Stelle, che ripercorre gli obiettivi realizzati dall’Esecutivo gialloverde, mettendo in risalto le diversità (con tanto di colorazioni blu e rosse) rispetto al terzo Governo Berlusconi.
Gli elenchi del M5S
Sono quattro i punti citati dai “grillini” in riferimento alle leggi approvati da Forza Italia: Lodo Alfano, Legittimo impedimento dal 2010, Ddl intercettazioni, Decreto Gelmini con 10 miliardi di tagli alla scuola. Dall’altra parte, il M5S cita i provvedimenti approvati nelle ultime settimane: Reddito di cittadinanza, Quota 100, Ddl dignità e manovra del popolo, Spazzacorrotti.
“A distanza di dieci anni – commentano dal blog del M5S – la musica è decisamente cambiata. Dicevano che non si poteva fare ma stiamo dimostrando che non è così: Reddito e pensioni di cittadinanza: una rivoluzione nel welfare italiano, che finalmente mette lo Stato nelle condizioni di proteggere le persone più deboli e dà un’opportunità concreta ai disoccupati per trovare lavoro; quota 100, così i pensionati potranno meritarsi la pensione dopo anni di sacrifici; il decreto dignità che combatte la precarietà, le delocalizzazioni selvagge, la dipendenza dal gioco d’azzardo e semplifica la vita burocratica delle imprese; la manovra del popolo, scritta dopo tanti anni non sotto dettatura delle lobby ma dei cittadini e delle loro esigenze. E lo Spazzacorrotti: la prima, vera, legge anticorruzione nel nostro Paese.
“C’era un tempo in cui i politici facevano le leggi per se stessi, per i loro interessi e i loro privilegi. Oggi chi governa fa le leggi per i cittadini e i per i loro diritti”, concludono i pentastellati.
La replica dell’ex ministra Gelmini
Immediata, giunge la replica dell’on. Maria Stella Gelmini, ex ministra dell’Istruzione ed oggi presidente dei deputati di Forza Italia, secondo la quale si tratta solo dell’ennesima “fake news quotidiana del blog del M5S“, perché è stato realizzato “un raffronto falso tra il governo Berlusconi e il loro”.
“Ecco il nostro… quello vero!”, dice ancora l’ex responsabile del Miur dell’ultimo Governo Berlusconi. Questo è l’elenco che la Gelmini reputa vera: “Governo Berlusconi 2008-2009? Abolizione Ici prima casa; risolta emergenza rifiuti Napoli; strade sicure; scuola di qualità (voto di condotta-maestro unico); politica estera: mediazione crisi Russia-Georgia e accordo con la Libia; L’Aquila, G8 e case in tempi record; contro la crisi: moratoria debiti imprese, fondo garanzia pmi, 37 miliardi per ammortizzatori sociali; riforma pubblica amministrazione; grandi opere: passante di Mestre, alta velocità Torino-Salerno; bonus famiglia; piano casa”.
Poi la forzista passa a quelle che sarebbero le norme approvate dal “Governo del cambiamento 2018-2019: più tasse per famiglie e imprese; no investimenti; sì a sussidi di Stato (reddito di cittadinanza); caos emergenza rifiuti Roma; no alle grandi opere; bloccato mercato del lavoro (stop assunzioni) con decreto dignità; recessione tecnica”.
I tagli del Governo Berlusconi
Ora, lungi da noi intervenire nella querelle. Anche perché fare un paragono tra due governi del genere sarebbe impossibile.
L’ultimo Governo con Berlusconi premier, infatti, concluse la legislatura e sulla scuola operò una vera e propria riforma, caratterizzata dall’approvazione della Legge 133/08: da cui derivò il dimensionamento scolastico, con diverse migliaia di istituti fusi in altri o cancellati, l’innalzamento del numero di alunni per classe (prologo delle attuali classi pollaio), introduzione del maestro unico, con cancellazione delle compresenze alla primaria. Con tutti i riflessi negativi che ci furono sugli organici di tutto il personale.
Poi, furono approvati anche provvedimenti con effetti organizzati e didattici, come il ritorno del voto di condotta. Ma non sono questi oggi ad essere ricordati.
Il paragone impossibile
Il Governo M5S-Lega è subentrato a quello del Pd da meno di 200 giorni, ha sì introdotto delle norme (abolizione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali, assunzione di 2mila maestri nel primo ciclo, dimezzamento dell’alternanza scuola-lavoro e svolgimento solo al di fuori della didattica curricolare, ecc.), ma non ha di certo attuato una riforma. Quindi, per un giudizio sull’operato del governo M5S-Lega sul fronte della scuola, bisogna sicuramente attendere.
Pertanto, pensare di paragonare le due realtà politiche appare improbabile. E azzardato.