“Dopo sei mesi di annunci, finalmente venerdì avremo il testo del decreto che dovrebbe riformare la scuola e potremo confrontarci su qualcosa di reale. Intanto, a sentire il ministro Giannini che nel presentare la nuova riforma parla di ‘un Jobs Act contro il precariato scolastico’, vengono i brividi: se anche per la scuola il modello è la riforma del lavoro con cui il governo ha stracciato lo statuto dei lavoratori, allora c’è solo di che preoccuparsi. Dire che la carriera di insegnanti sta per diventare realtà, come ha detto oggi la Giannini, significa solo vendere illusioni e false speranze. Il ministro dica invece la verità: cioè che non esiste una soluzione nel breve periodo e soprattutto che per i tantissimi precari della scuola una cattedra e un posto di ruolo resteranno ancora a lungo una chimera”. Lo affermano i parlamentari del Movimento 5 Stelle della Commissione Cultura di Camera e Senato.
“Alle 150mila immissioni in ruolo che intende realizzare il Governo – continua il M5S – noi rispondiamo con la nostra proposta di legge sul reclutamento dei docenti: un progetto quinquennale strutturato e organico che davvero risolverebbe alla radice il problema del precariato. In breve, prevediamo, dal 2015 al 2020, un piano quinquennale di assunzioni dei circa 300 mila docenti in graduatoria ad esaurimento e abilitati delle graduatorie d’istituto. Inoltre fissiamo il numero massimo di alunni per classe a 22, reintroduciamo il tempo pieno nella scuola primaria e incentiviamo il part-time per i docenti con più di 25 anni di anzianità di servizio”.
“Anche sull’edilizia scolastica – concludono i parlamentari M5S – il governo confonde le carte in tavola e spaccia per suoi soldi che invece furono stanziati dal decreto del Fare di Enrico Letta. Di fatto sono 40.000 le scuole che non hanno ancora ricevuto alcun tipo di risorse e il 32% degli edifici scolastici ha ancora bisogno di interventi urgenti: questi sono i numeri reali che raccontano una realtà ben diversa da quella che ci vuole vendere Renzi”.