”Abbiamo la spiacevole sensazione di trovarci di fronte a un bieco gioco delle parti, consumato sulla pelle del sistema di istruzione. Da un lato trapelano notizie sui tagli che potrebbero essere realizzati attraverso la spending review dal commissario Cottarelli, dall’altra il Miur afferma di non sapere nulla a tal proposito, e scarica il barile”.
”Consideriamo inaccettabile il fatto che il piano di tagli della spending review per la scuola e l’università cominci a emergere senza che vi siano nè conferme nè smentite.
Se a questo si aggiunge che al Miur, rispetto a tali indiscrezioni, sembrano cadere dalle nuvole, abbiamo un quadro che prospetta o malafede, o dilettantismo. Dopo le voci su sui tagli relativi al dimensionamento delle scuole, l’edilizia scolastica, gli insegnanti inidonei, il finanziamento dell’università e ricerca, l’ultima sirena d’allarme arriva dalle colonne de il Fatto, che parla di una riduzione del numero degli insegnanti di sostegno, i quali erano stati aumentati di 26 mila unità, in tre anni, nel recente Decreto Istruzione. Aumento che però è solo sulla carta, dal momento che negli ultimi anni i piani triennali di assunzione non sono mai stati rispettati”.
”Ci domandiamo: per il caso il Mef prevede un ridimensionamento delle assunzioni già rispetto a queste immissioni in ruolo? Tra l’altro proprio in occasione della discussione sul Decreto Istruzione, in commissione Cultura, avevamo posto l’attenzione sul fatto che l’aumento degli insegnanti di sostegno, portati a un totale di 90 mila, includesse elementi di incertezza. Dal provvedimento, infatti, restavano esclusi circa 20 mila docenti di supplenza. A questo punto ci chiediamo se saranno loro, i non stabilizzati, i più deboli, i primi ad essere sacrificati sull’altare della spending review. Riteniamo inqualificabile l’avallo di questo clima di incertezza e di mancanza di comunicazione nei confronti dell’opinione pubblica. A nessuno è consentito agire nell’ombra o nascondersi. Ciascuno, secondo la propria responsabilità e competenza, riferisca presso le sedi competenti quanto è in atto e si intende fare. Non intendiamo, ne’ accetteremo, trovarci di fronte al fatto compiuto”.
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