Lo slogan “neanche un euro alle scuole private” che è stato finora un punto fermo, fermissimo, del programma del M5S incomincia a vacillare.
Non si sa se per l’approssimarsi del voto politico o se per più nobili motivi, ma la strategia del Movimento 5 stelle in materia di politica scolastica sta subendo qualche prima importante modifica.
Lo rende noto Repubblica in un servizio pubblicato oggi.
Repubblica riporta un passaggio molto significativo ripreso dal blog di Beppe Grillo: quando si parla di no ai finanziamenti alle scuole private bisogna escludere nidi e scuola dell’infanzia perchè “per questa fascia d’età (0-6 anni) le scuole private paritarie nella maggior parte dei casi suppliscono alla mancanza di scuole pubbliche statali sul territorio e rappresentano una scelta obbligata per le famiglie”.
Spiega ancora Repubblica: “È, da sempre, la tesi di chi difende i fondi alle scuole private. Sposata a sorpresa da chi sul blog non ha mai fatto di queste distinzioni (in un post del 2014, il deputato Luigi Gallo parlava della sua proposta di legge affermando di voler esonerare dallo stop ai finanziamenti solo i nidi)”.
La testata riporta anche una dichiarazione del deputato pentastellato Gianluca Vacca: “Nelle scuole dell’infanzia e nei nidi c’è il 60 per cento degli alunni che frequentano le scuole paritarie negli anni ci siamo accorti che era necessario tutelare quella fascia d’età. Non si tratta di scuola dell’obbligo, ma di un servizio sociale che potrebbe venire a mancare”.