Delle 22 mila assunzioni previste nel comparto scolastico 2011-2013, ne sono state attivate solo la metà dal momento che la Riforma Fornero ha spostato in avanti l’età pensionabile.
Galletti (sottosegretario al ministero dell’Istruzione), motivando in questo modo la mancata assunzione per il piano triennale del 50% dell’organico previsto, chiarisce definitivamente che il ministero non ha come obiettivo l’incremento delle cattedre al fine di coprire quelle scoperte e vacanti, ma solo di rispondere al pensionamento. In altre parole: altro che rilancio del comparto scolastico, siamo ancora e ampiamente in alto mare.
Al sottosegretario anche abbiamo chiesto se, considerata la mancata assunzione della metà del personale previsto, andrebbe dunque sbloccato lo scatto degli stipendi già attuata. La risposta? No, perché quel negoziato con i sindacati è stato chiuso. Si tratta – aggiungono – di un atteggiamento di chiusura e di protervia da parte delle Istituzioni intollerabile, di cui si assumono totalmente la responsabilità i signori della politica, i quali stanno facendo scempio di diritti che vengono erosi giorno dopo giorno in nome del pareggio di bilancio, della stabilità e delle volontà dell’Europa.
Tra l’altro, come avevamo già detto in sede di approvazione del Decreto Istruzione, lo stesso identico meccanismo di stallo si sta riproducendo per le assunzioni relative al triennio 2014-2016
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