Dopo l’allarme lanciato dal presidente del Consiglio Nazionale Geologi, Gian Vito Graziano, sulla riduzione a otto dei Dipartimenti universitari disposta dalla legge Gelmini e la carenza di insegnanti per Scienze della terra “obbligando a importare geologi dall’estero”, interviene anche la politica.
“Scienze della Terra è l’unica area disciplinare che ha visto ridurre consistentemente – del 13% – il numero del corpo docente dal 2000 al 2014, un vero paradosso vista la necessità di personale qualificato nel paese del dissesto idrogeologico e del rischio sismico e vulcanico – ha detto Samuele Segoni (M5s), geologo anche sul blocco del turn-over imposto dalle varie spending review che hanno determinato che soltanto otto dipartimenti sopravvivessero su tutto il territorio nazionale.
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“Chiediamo da sempre una vera svolta che renda il rischio idrogeologico una delle priorità del Governo Renzi per questo stiamo facendo il possibile per favorire la ricostituzione di questi dipartimenti. Purtroppo le posizioni del Miur sono molto rigide e sarà dura anche solo assicurare la sopravvivenza dei dipartimenti esistenti.
Il Miur deve capire che ha una grossa responsabilità: il dissesto idrogeologico non è solo materia ambientale, ma soprattutto un problema culturale, visto che in Italia è bassissima la cultura del rischio sia nella popolazione che nella classe che amministra il Paese”.