Il recente Disegno di Legge di iniziativa della Senatrice Bianca Laura Granato riguardante il ricorso amministrativo al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, si fonda sulla concezione che essendo la figura del dirigente scolastico inquadrata proprio nell’ambito dell’amministrazione scolastica periferica non possa considerarsi lesivo delle sue attribuzioni la previsione di un ricorso amministrativo improprio al direttore generale dell’USR.
Nella parte finale del DDL si legge: “Il conferimento di tale potere, difatti, può ricondursi al generico potere di vigilanza sul rispetto delle norme generali in materia di istruzione che l’articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 febbraio 2014, n. 98, attribuisce all’amministrazione periferica articolata sul livello regionale.
Nel merito delle modalità di decisione del ricorso, si stabilisce la conformità al parere di una commissione composta da tre dirigenti ministeriali della funzione tecnico-ispettiva.
La commissione è istituita presso ogni Ufficio Scolastico Regionale. Il tempo complessivo di durata della procedura amministrativa di secondo grado è di venti giorni: l’interessato può presentare ricorso al direttore generale dell’USR entro cinque giorni dalla data di pubblicazione del provvedimento nell’albo della scuola o sul sito dell’istituzione scolastica di riferimento. La decisione viene presa entro il termine dei successivi quindici giorni, su parere conforme dell’organo all’uopo costituito”.
Letto il disegno di legge della Senatrice Bianca Laura Granato un sindacato di Dirigenti scolastici scrive quanto segue: “L’ultima proposta della Sen. Granato rasenta il ridicolo e indigna non solo i dirigenti ma l’intero Popolo Italiano. Probabilmente nella sua carriera di docente avrà conosciuto qualche dirigente che non le andava a genio e che avrebbe voluto crocifiggere. Ora che è senatrice, invece di curare la sua ossessione, e gli incubi notturni che ne conseguono, scarica la sua libido repressa contro la categoria dei dirigenti scolastici. La volta precedente le abbiamo consigliato il silenzio, ovvero di riflettere prima di parlare o presentare disegni di legge che denotano totale ignoranza e che hanno un unico obiettivo: distruggere il “lupo cattivo” che la tormenta. Ora ha passato i limiti. Non si poteva tacere. La protesta o reazione non poteva essere diversa dall’azione: è una legge della fisica! Un consiglio glielo diamo comunque perché siamo preoccupati per la sua salute e equilibrio. Leggendo il libro di C. Musatti – “Attenti al lupo” – e magari ascoltando bene la canzone, dallo stesso titolo, di L. Dalla, potrebbe aiutarla a guarire dall’ossessione, recuperando serenità e equilibrio e, lasciando in pace i dirigenti scolastici. Se poi vuol fare parte della categoria basta partecipare al concorso, studiare e superarlo. Se persisterà in questo delirante attacco alla categoria vorrà dire che chiederemo o faremo chiedere le sue dimissioni e, se necessario, faremo entrare in azione la task-force deliberata dal C.N. del 23 e 24 febbraio 2019. Questo attacco continuo e immotivato alla dirigenza scolastica non può essere più tollerato da qualunque parte provenga. Se ci sono dirigenti che abusano del loro potere, che non rispettano le norme, che vessano qualche docente, giusto che vengano sanzionati. Ma fare di ogni erba un fascio non è corretto. Un senatore della Repubblica non può lasciarsi andare dimenticando il suo ruolo! Per anni i dirigenti hanno sopportato in silenzio perché hanno etica e deontologia. Ma a tutto c’è un limite. Anche i dirigenti sanno reagire”.
Possiamo dire, senza alcuna smentita, che parole come “curare la sua ossessione”, “libido repressa” o “preoccupati per la sua salute e equilibrio” riferiti ad una Senatrice della Repubblica non dovrebbero appartenere al mondo della scuola.
Infatti, la scuola dovrebbe operare verso l’insegnamento al rispetto degli altri e del loro operato istituzionale come pratica all’educazione verbale. Inoltre scrivere e pubblicare email e numeri telefonici di una persona esortando l’invio di mail di protesta e messaggi è una evidente violazione della privacy.
A tal riguardo chi scrive esprime tutta la sua solidarietà alla Senatrice Bianca Laura Granato, vittima di una aggressione verbale senza precedenti.