“La separazione del piano assunzionale nelle fasi B e C da parte del Miur ha scavalcato il principio del merito e del fabbisogno delle scuole. Di fatto con la fase B, è stata adottata una disparità di trattamento tra docenti e, paradossalmente, ad essere penalizzati maggiormente sono stati gli insegnanti ‘di lungo corso’ che, dunque, avrebbero avuto diritto ad avere un’assegnazione di cattedra più vicina alla propria residenza. Come se non bastasse, i docenti della fase C dovevano essere espressione del piano dell’offerta formativa redatto dalle scuole, Mentre tutto ciò non avverrà più a causa della situazione di caos in cui si trova il Miur.”
Lo affermano i parlamentari M5S in commissione Cultura di Camera e Senato commentando la risposta del ministero dell’Istruzione all’interrogazione presentata dalla collega Maria Marzana.
“Contestiamo in particolare le modalità e le tempistiche adottate per la fase C in quanto il personale che sarà immesso in ruolo non scaturirà dalla definizione del Piano triennale dell’offerta formativa, la cui scadenza è slittata a gennaio; mentre le assunzioni dovrebbero avvenire entro novembre. La ‘toppa’ messa dal Miur rispetto a questo vuoto si è tradotta in una circolare ministeriale con la quale si chiedeva agli istituti di definire le priorità di ambiti, senza però riguardo alle classi di concorso, e che potrebbero tranquillamente non essere rispettati”
A confermare la nostra istanza il fatto che quest’anno i docenti assunti con la fase C, qualora stiano svolgendo una supplenza, non prenderanno servizio a tutti gli effetti e solo al momento dell’assegnazione della cattedra partirà la decorrenza economica.
Come se non bastasse l’anno prossimo avverà un rimescolamento delle carte dal momento che questi docenti faranno parte del piano di mobilità straordinaria e, dunque, potrebbero non far parte dell’organico di potenziamento, ma di quello di diritto, vale a dire quello costituito con le precedenti fasi.
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