L’approvazione del decreto “salva-precari” (salvo intese) in consiglio dei ministri ha generato una guerra tra poveri all’interno del mondo del precariato.
Il M5S sembra voler sfruttare elettoralmente questo conflitto, schierandosi dalla parte dei docenti già in lizza per il ruolo.
Solo docenti poco informati o faziosi possono pensare che ulteriori inserimenti in ruolo potranno sottrarre loro ciò che è dovuto.
L’intesa tra MIUR e sindacati esprime a chiare lettere le intenzioni di entrambe le parti: le assunzioni dei docenti tramite concorso straordinario andranno in coda rispetto a GAE, idonei concorso 2016 e 2018.
Molti malesseri ho notato tra i precari, poiché si pensa che chi prende il ruolo al Nord pretenda immediatamente la mobilità al Sud.
Ciò è avvenuto dopo le mega-assunzioni della buona scuola ma, io docente al Nord nato nel profondo Sud, ritengo sia giusto rimanere almeno 5 anni sulla cattedra ottenuta, anche al Nord, perché in Italia tutti i nostri alunni devono avere garantita la continuità didattica.
Rispetto alla meritocrazia, se dobbiamo basarci sui dati INVALSI, le scuole al Nord vantano i migliori risultati. Le stesse scuole sature di precari. Ha senso, dunque, parlare di meritocrazia? In quali termini?
Io insegnante del Nord, figlio di un’insegnante del Sud, chiedo al M5S di non fare alcun ostruzionismo al decreto. Il Gap Nord-Sud si sana solo con più insegnanti al Sud, senza dimenticare la stabilizzazione di tanti docenti precari, al Nord come al Sud.
Gaspare Barbera
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