Ma di quale contratto parliamo?

Sono un insegnante di Latino e Greco di Verona e vorrei sapere (se qualcuno ha una risposta chiara me la dia) perchè i sindacati vogliono firmare il rinnovo del Contratto Nazionale.
Le cifre per gli insegnanti, si dice, risulteranno ridicole! Si parla di forbice salariale tra chi prende pochissimo al mese e chi prende poco…
Si parla di non danneggiare chi prende gli 80 euro del “bonus Renzi”, alzando la cifra del contratto ai danni di chi prende qualcosa (?) in più all’anno.

Si parla di disuguaglianza tra chi ha oneri di lavoro straordinari (ho quattro classi con Italiano, Latino e Greco … media 22 alunni x 6/7 scritti all’anno per materia =616 ma vi assicuro che sono di più) e chi per vari motivi queste “amene occupazioni” non le ha.
Vogliamo parlare non del “si dice” ma di quello che è contemplato nella Legge 107? Bonus che ha, di fatto, polverizzato quel poco di coesione che esisteva all’interno del corpo docente di una scuola?
Vogliamo parlare di chi si sta occupando, nelle scuole, dell’Alternanza Scuola/Lavoro?
Di quanto prendono e di quali insegnanti (anche se volessi non avrei il tempo materiale per occuparmi di questa “doverosa incombenza”) si prestano a questa centrale novità della Buona Scuola?
Poichè non ho mai ricevuto risposta ad una proposta che ho indirizzato al Ministero e ai Sindacati (chissà che fine ha fatto) di fare dei contratti, per chi volesse, che tenessero conto di scelte di impegno profuso anche di 36 ore certificate settimanali ma a 2500/3000 euro mensili (quello che anche la Ministra, di recente, ha ammesso meriterbbero i docenti )… io andrei a Roma a firmarlo… a piedi!!!
Proposta irricevibile, mi si dirà… ma perché?
Ho il sospetto che la realtà di un corpo docente essenzialmente femminile (e con questo non voglio pensare che tutte le colleghe siano contrarie a questo modo di pensare) vieterebbe qualsiasi proposta del genere, ma perchè? Perchè non pensare a qualcosa di serio dove ci sia la possibilità di lavorare di più (già si lavora intorno alle 35 ore settimanali ma a nessuno viene in mente di certificarle) e di guadagnare di più… di dare modo ai docenti di scegliere e non prenderli per fame.
La risposta è politica e la politica della scuola non ne vuole parlare.
E’ (dovrebbe essere) la Politica, con la maiuscola, che ha il compito di creare dei modelli concettuali e, quindi, culturali all’interno dei quali considerare il docente ben retribuito come una normalità condivisibile da tutti i cittadini.
Invece ciò non è successo… non ci sono i soldi, dicono,non ci sono le condizioni…ma ci sono soldi e condizioni economiche per investire in TAP Italia, Alta Velocità, F35… vogliamo elencare i miliardi di euro del Mose,di Mafia Capitale..di quello che dal 2008 si è risparmiato sulla scuola?
Ma per i docenti no…non sono strategici per l’Italia.
E’ una questione politica che Governi di destra e sinistra, con la complicità sindacale hanno voluto imporre, non lamentiamoci poi se manca il senso civico, se mancano i valori morali e civili, se i giovani, ormai in balia di questi modelli, non vanno a votare o cercano altrove i loro punti di riferimento.

Una Nazione senza educazione non può avere futuro!

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