La scuola pubblica italiana vive, ormai da troppi anni, la sindrome della “riforma perenne”. Infatti sono oltre 15 anni che non si fa altro che riformare la scuola. Ad ogni cambio di governo e di legislatura, arriva il ministro di turno che ha la sua ricetta di riforma scolastica.
A riformare la scuola ci aveva provato l’on. Luigi Berlinguer, ministro dell’Istruzione del Governo Prodi dal 1996 fino al 2000, poi toccò, nel 2001 sotto il Governo Berlusconi, Letizia Moratti fare la controriforma della scuola, cancellando quella già fatta da Berlinguer e proponendo la scuola delle tre “i”.
In buona sostanza la scuola è stata vittima del dissennato bipolarismo all’italiana. Un bipolarismo carico di odio ideologico, tra chi era anticomunista e chi era antiberlusconiano, e la scuola nostra pubblica, che non è né comunista né berlusconiana, è stata vittima sacrificale di questa diatriba politica. Dopo la Moratti nel 2006, secondo un principio di alternanza politica, torna al Governo il centro sinistra di Prodi. Ecco quindi arrivare il ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni, che ha operato con il cacciavite per smontare la riforma della Moratti. Il ministro cacciavite, come venne definito Fioroni, smontò pezzi della riforma Moratti e propose qualche piccola novità.
Dopo la breve esperienza al Miur di Beppe Fioroni, ecco arrivare, per un triennio, Mariastella Gelmini. Si tratta del ministro dell’Istruzione dell’ultimo Governo Berlusconi. Alla Gelmini si deve l’attuale riforma scolastica, che di fatto abolisce la riforma di Gentile e rivede da capo a fondo tutto il nostro sistema scolastico.
Riforma su riforma, si passa oltre, ma la parola d’ordine continua ad essere riforma. Così eccoci arrivati a Profumo, Carrozza e adesso Giannini. E come se non bastasse si continua a riformare il nostro sistema scolastico, andando alla ricerca della cosiddetta “Buona Scuola”. Tutti questi ministri dell’Istruzione hanno uno stesso comun divisore, sono tutti riformisti e tutti non conoscono la realtà delle nostre scuole. Le loro riforme sono portate avanti con furia ideologica e per cancellare la riforma realizzata dalla coalizione avversa, ma i problemi della scuola rimangono irrisolti e la “buona scuola” non viene mai realizzata.
Allora ci piace ascoltare chi la scuola la conosce davvero perché da anni, entra con le telecamere e i microfoni dentro le scuole per scoprirne la quotidianità e la realtà vissuta. Per questo abbiamo voluto sentire il parere di Angelo Scebba e Paola Tongiorgi, ideatori e registi di GildaTV, che dal 2012 hanno realizzato un “viaggio nelle scuole”. Chi meglio di loro può testimoniare che la buona scuola esiste già? Ecco uno spaccato del loro viaggio, in questa interessante playlist.
La testimonianza di Scebba e Tongiorgi è di quelle fatte sul campo, ed è chiaro il fatto che in Italia c’è tanta buona scuola e non esiste l’esigenza di fare stravaganti riforme, ma soltanto di investire più risorse finanziarie per i progetti degli insegnanti e stipulare un nuovo contratto della scuola capace di restituire ai docenti la dignità perduta. Infine Angelo Scebba ci racconta che “ha avuto tante richieste di servizi da scuole di tutte le parti d’Italia, ma non ha potuto realizzarli per motivi di tempo e, soprattutto per motivi economici: le spese vive di questi servizi comprendono gli spostamenti di due persone, vitto e alloggio, montaggio, ecc.” , ma una cosa è del tutto evidente, aggiunge Paola Tongiorgi: “ la buona scuola è già una realtà, ed è presente con la grande professionalità di tantissimi insegnanti, che se anche malpagati, onorano il loro servizio senza mai tirarsi indietro”.
Questa è la buona scuola! Tutto il resto è semplice e pura semplificazione e razionalizzazione di un sistema che è già stato molto riformato e controriformato.
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