Questa è la domanda che mi sono sentito ripetere più volte.
Dopo la maturità, finita l’11 luglio, qualche giorno sì me lo sono preso. Ma pochi, solo 10.
Perché poi tra organici, genitori, cattedre da formare, docenti da incontrare, problemi aperti, logistiche da preparare per il nuovo anno: insomma, niente ferie.
Come dimenticare poi i nuovi docenti da assumere (con un “Avviso”), con un colloquio diretto, assieme al capo dipartimento della disciplina coinvolta?
Il tutto moltiplicato per due, cioè per due scuole.
Sì, c’è stato e c’è l’aiuto dei collaboratori che, a turno, sono presenti per dare una mano. Così anche loro alla fin fine fanno poche ferie.
Forse la prossima settimana riesco a farne qualcuna. Perché poi ci sono le prove e gli scrutini di fine agosto, e gli impegni da preparare per l’inizio del nuovo anno scolastico.
E chi ha tempo non solo per organizzare, ma anzitutto per “pensare il nuovo anno scolastico”, secondo priorità e scelte strategiche per rendere la scuola sempre più in linea con i tempi e funzionale alle nuove domande formative dei giovani di oggi?
Le rassegne stampa riportano di continuo notizie fresche sulla “rabbia dei presidi” (altro che “presidi sceriffo”!), impegnati, anche d’estate, a seguire problemi logistici, ricevere genitori e docenti, gestire organici ballerini, cattedre da disegnare, bonus da assegnare….
Pochi sanno che dietro questa “rabbia” c’è una situazione che è diventata sempre più difficile.
Credo che parlarne possa aiutare tutti a far capire quale sia la situazione della scuola di oggi, attraverso una particolare angolazione.
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