I lettori ci scrivono

Ma la legge è davvero uguale per tutti?

Noi ricorsisti del concorso per Dirigenti Scolastici del 2011 siamo stati finora e, purtroppo, continuiamo ad essere i figli di un dio minore: mentre in Sicilia, fino alla scorsa estate, si preparava l’esame scritto di un nuovo corso ex-lege 107 per una quarantina di persone, molte delle quali hanno già sostenuto le prove di questo stesso corso con esito negativo, noi – ancora una volta – restiamo sulla riva del fiume a guardare lo scorrere dell’acqua.

Non entriamo nel merito delle disposizioni di legge che stanno consentendo tutto ciò, ma la sensazione di una ingiustizia subita, più e più volte, è troppo forte e lascia in bocca un sapore troppo amaro. Oltre la legge c’è qualcosa di più alto, di più elevato che si chiama rigore morale, etica e rispetto, parità di trattamento, quello che manca da troppi anni nei nostri confronti.

Pur avendo diversi ricorsi pendenti legati alle innumerevoli irregolarità rilevate nella conduzione delle prove concorsuali, non siamo stati inseriti tra i beneficiari della riforma della buona scuola: ingiustamente, immeritatamente e soprattutto incomprensibilmente, discriminati; una discriminazione che mal si concilia con la tanto professata “scuola dell’inclusione”.

La Corte Costituzionale ha dichiarato costituzionale la discriminante legge 107, ancora una volta tralasciando “noi”! Ma siamo davvero così invisibili? Forse soltanto perché gli iniqui commi 87-88-89 della legge hanno fatto comodo a tanti, troppi, aspiranti dirigenti scolastici?

Tanti politici fin qui da noi interpellati ci hanno dato ragione e tanti emendamenti sono stati da questi presentati, ma probabilmente senza troppa convinzione… E’ proprio vero allora che la politica non promette ciò che mantiene!

Non chiediamo “sanatorie” (parimenti a quanti pluribocciati sono oggi già ds), ma soltanto PARI OPPORTUNITA’.

Intendiamo arrivare fino in fondo e vogliamo ancora sperare che la “giusta” politica italiana sia in grado di tutelare i diritti di tutti e non di alcuni, ma se ciò non dovesse ancora accadere, ci troveremo costretti ad adire anche alla Corte di Giustizia Europea.

Daniela Gemelli

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