Ma la scuola, anche se privata e schierata, non dovrebbe essere accogliente con tutti e riservare i propri insegnamenti agli studenti di ogni nazione e credo religioso? Evidentemente no. Basta andare Oltremanica per rendersene conto. Dove la Chiesa d’Inghilterra ha deciso di limitare in modo drastico il numero dei posti nelle sue scuole riservati a studenti di religione cristiana. A detta del reverendo John Pritchard, vescovo di Oxford e presidente del comitato delle CoE, la quota riservata alle famiglie cristiane scenderà al 10 per cento. Mentre oggi la realtà è fatta del 90 cento di studenti legati alla cristianità.
Il vescovo ha detto di non credere le scuole della Church of England abbiano per missione quella di raccogliere “simpatici cristiani in luoghi sicuri”, ma ha invece il dovere di lavorare assieme a una comunità più ampia: “la nostra funzione primaria e il nostro privilegio è quello di servire una comunità più vasta”, dice testualmente il vescovo. Le nuove linee guida per l’ammissione alla scuole della CoE saranno pubblicate a fine estate: “Sono davvero impegnato a far sì che le scuole siano più aperte possibile”, afferma Pritchard nel Times Educational Supplement.
I numeri indicano il fenomeno tutt’altro che marginale: circa un milione di studenti frequenta, infatti, le 4.800 scuole primarie e secondarie della Chiesa d’Inghilterra, un numero che rappresenta circa un quinto della scuola pubblica inglese. “Migliaia di famiglie che frequentano la Chiesa o le attività di parrocchia per assicurare ai propri figli un posto nelle scuole della Church of England – ha commentato con amarezza nei giorni scorsi il Times – vedranno questo diritto negato”.
I numeri indicano il fenomeno tutt’altro che marginale: circa un milione di studenti frequenta, infatti, le 4.800 scuole primarie e secondarie della Chiesa d’Inghilterra, un numero che rappresenta circa un quinto della scuola pubblica inglese. “Migliaia di famiglie che frequentano la Chiesa o le attività di parrocchia per assicurare ai propri figli un posto nelle scuole della Church of England – ha commentato con amarezza nei giorni scorsi il Times – vedranno questo diritto negato”.