La direttrice riformista della scuola italiana degli ultimi 15 anni è sempre la stessa e punta sempre nello stesso verso, che è quello di rafforzare il più possibile l’autonomia scolastica. Nessun dubbio politico è mai stato sollevato sulla scarsa efficacia dell’introduzione dell’autonomia amministrativa nel nostro sistema scolastico; piuttosto si pensa, a torto o a ragione, che il fallimento della scuola pubblica italiana sia dovuto alla poca autonomia scolastica e ai limiti che i dirigenti scolastici hanno nell’organizzare il lavoro dell’ “azienda scuola”.
Il sistema scolastico italiano quindi non sarebbe in crisi perché gode di poca autonomia scolastica e di conseguenza chi dirige la scuola non è pienamente libero di prendere decisioni. Quali le soluzioni in campo per rendere le scuole più autonome?
Il nostro sistema sembra voler puntare sempre di più sulla figura preminente del dirigente scolastico a cui dovrebbero essere assegnati maggiori poteri gestionali e maggiore responsabilità, e a cui dovrebbe essere concessa l’opportunità di gestire ed organizzare il lavoro del personale in assoluta autonomia.
Il dirigente scolastico come “Deus ex machina” in grado di avere tutto sotto controllo a partire innanzitutto dal personale della scuola. Ma come potrebbe il dirigente scolastico avere il controllo del proprio personale scolastico, docente e non docente, soprattutto se non lo conosce a sufficienza?
In realtà già oggi il “capo d’Istituto” si adopera per avere il maggior numero possibile di informazioni sul proprio personale e in modo particolare su quello docente che sta a contatto con gli alunni.
In pratica, il preside che vuole “inquadrare” un docente molto spesso ascolta studenti, genitori, insegnanti “fidati” e altri presidi che hanno avuto rapporti di lavoro con il docente stesso.
In tal modo il dirigente scolastico si “fa una idea” complessiva del docente e spesso assume anche decisioni importanti proprio in base a queste idee.
Anche se non è normato e codificato, questo sistema, di fatto, esiste in tante, tantissime scuole e influenza anche il giudizio che i dirigenti si formano sul proprio personale.
E’ così che il riconoscimento della professionalità del docente passa attraverso le capacità del dirigente di elaborare le informazioni raccolte. Si tratta di un sistema piuttosto fragile che non offre molte garanzie. Bisognerebbe quindi riflettere bene e trovare strade diverse.
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