Se la magistratura stabilisse la fondatezza delle accuse legate alle intercettazioni e alle dichiarazioni della segretaria amministrativa della Lega Nord, Nadia Dagrada, secondo cui parecchie migliaia di euro, frutto dei rimborsi elettorali pagati coi nostri soldi, sarebbero servite a far man bassa di diplomi e di laure, ci sarebbe da chiedere spiegazioni sulle molte invettive che da sempre sono partite contro i professori del sud, titolari di diplomi e di lauree, a detta di emeriti esponenti della Lega, in odore di poco merito.
Sembra infatti che ci sarebbero ben “tre lauree”, un diploma per Renzo Bossi e anche un diploma e una laurea per Rosy Mauro e il suo compagno Pierangelo Moscogiuri con ogni probabilità conseguiti in Svizzera.
La segretaria amministrativa Nadia Dagrada,secondo quanto viene pubblicato, avrebbe detto al pm: “Belsito (il tesoriere della Lega) mi ha riferito che Pier Giuramosca, poliziotto, attualmente suo segretario particolare (di Rosy Mauro), è stato da lei aiutato ad ottenere un mutuo agevolato e gli sono stati pagati soldi per conseguire un titolo di studio. Il poliziotto è attualmente in aspettativa ed ha un contratto con la Vicepresidenza del Senato, dove la Rosy è Vicepresidente dello stesso organo. Nel 2011 sono stati versati circa 60.000 euro al Sinpa (Sindacato padano). Belsito mi ha poi riferito che sono stati dati altri soldi in contanti al Pier Giuramosca, compagno della Rosy Mauro, affinché pagasse le rate per le spese della scuola privata e conseguire il diploma e poi la laurea, credo “ottenuti” entrambi in Svizzera. Inoltre Belsito mi ha detto anche di aver pagato le rate per il diploma e poi la laurea della stessa Rosy Mauro, pagando con i soldi della Lega. Per quanto riferitomi da Belsito i titoli di studio menzionati sono costati circa 120.000 euro prelevati dalla cassa della Lega. Credo che i titoli sono stati conseguiti in Svizzera”.
La Svizzera sarebbe dunque il luogo privilegiato della compera delle lauree e delle patacche e dove questi esponenti della Lega, a quanto sembra, avrebbe attinto per fregiarsi del titolo di dottore.
Soldi comunque spesi bene? Sicuramente, al di là di ciò che raccontano le cronache e se fossero vere le dichiarazioni pubblicate dai giornali, meraviglia che gli aspiranti dottori non si siano rivolti alle tanto vituperate scuole private del sud.
Qui forse avrebbero risparmiato qualcosa dei 120mila euro versati alle scuole svizzere e avrebbero lasciato pure un po’ più di ricchezza nel Paese.
Con ogni probabilità non si sono fidati neanche della presunta, da loro, inefficienza dei diplomifici dei terroni.
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