“Avevo provveduto a presentare questo subemendamento per risolvere anche il grave problema degli esodati nella scuola. Accolgo quindi con grande soddisfazione il suo recepimento”. Ma il deputato Pdl non avrebbe capito bene neanche che tipo di emendamento abbia egli steso presentato, visto che non è stato affatto recepito. Né quindi si sarebbe reso conto che la scuola non ha esodati, semmai ha personale che è stato brutalmente buggerato da una legge, scritta dal ministro Fornero, sulle pensioni, che non si è accorta colpevolmente della specificità della scuola, della chiusura dell’anno, della continuità didattica.
Questo personale della scuola infatti ha solo chiesto di avere prorogato i benefici del pensionamento dal 31 dicembre 2011 al 31 agosto 2012 per la lapalissiana ragione che la scuola ha una sola finestra di uscita, quella di fine anno appunto, contrariamente al resto pubblico impiego che non ha vincoli didattici o di continuità educativa. L’emendamento quindi avrebbe dovuto riconoscere semplicemente un dato di fatto oggettivo.
E infatti a lui prontamente risponde Manuela Ghizzoni (Pd), presidente della Commissione Cultura della Camera, proprio nel merito dell’annuncio del deputato del PdL Giancarlo Mazzuca sul fantomatico quanto assurdo recepimento di un suo emendamento sul trattamento pensionistico del personale della scuola, dichiarato inammissibile da giorni.
“Di cosa parla l’on. Mazzuca? Purtroppo, sui lavoratori della scuola, la realtà è ben diversa da quella prospettata”.
“Questa mattina alle 5 la Commissione Bilancio ha respinto per l’aula anche il mio emendamento, a causa del parere contrario da parte del Governo, basato sulla valutazione negativa della Ragioneria dello Stato. Quest’ultima, peraltro, non si è espressa attraverso una relazione tecnica supportata da dati certificati dall’Inpdap e dal Miur. Un errore nato con la Riforma Fornero che – spiega Ghizzoni – non aveva tenuto in alcun conto la specificità della scuola e del fatto che quei lavoratori possono andare in pensione un solo giorno all’anno, il 1 settembre, indipendentemente dalla data di maturazione dei requisiti, per le giuste esigenze di funzionalità e di continuità didattica. Se l’emendamento fosse stato approvato – conclude la Presidente Ghizzoni – il Parlamento avrebbe, dopo molteplici tentativi, emendato un torto generato dall’Esecutivo nei confronti dei lavoratori della scuola (quelli appunto della “Quota 96”), che ora saranno costretti a ricorrere alla giustizia per vedere affermato un proprio diritto”.
E’ bene sospendere il giudizio ancora una volta su questa strana quanto assurda vicenda che interessa circa 3.500 dipendenti della scuola, ma che un deputato, seppure distratto e seppure preso da mille problemi politici, non si accorga della macroscopica differenza fra esodati e personale della Istruzione, che brutalmente e dall’oggi al domani è stato privato di un diritto, la dice lunga sulla perspicace che la politica ha dei problemi della gente e pure sull’idea del buon governo, tanto caro a Platone.
Che tipo di emendamento dunque abbia presentato l’on. Mazzuca è tutto da capire, visto che lui stesso ha qualche difficoltà a specificarlo.
Una domanda arrivata alla nostra redazione, ci impone di fare un chiarimento importante sul 30%…
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in questi giorni è andata in Lituania a visitare…
Come abbiamo scritto, è partito il 21 dicembre scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova…
La scrittrice Susanna Tamaro è tornata a parlare della sua battaglia contro l'uso troppo pervasivo…
In questo scorcio di fine anno sono diverse le procedure concorsuali e selettive riguardanti il…
Secondo una ricerca recente di Forum PA, la crescita culturale degli otto milioni di studenti…