Mentre la politica si pronuncia, per adesso soltanto a parole, fortemente contraria ai provvedimenti proposti nella legge di stabilità 2013-2015 sulla scuola, nessun atto concreto di ritiro di tali provvedimenti è stato realmente fatto. Quindi la contestatissima legge di stabilità entra nelle Commissioni parlamentari con su scritto che dal primo settembre 2013 il servizio dei docenti di scuola secondaria sarà aumentato, a parità di stipendio, dalle attuali 18 ore a 24 ore settimanali.
In buona sostanza si tratta di un provvedimento governativo, condiviso dal ministro Profumo, che impone ai docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di lavorare sei ore in più, in cambio di due settimane di ferie aggiuntive ai 36 giorni di ferie attuali. Tale dilatazione temporale di ferie verrebbe concessa ai docenti nei periodi d’interruzione delle attività delle lezioni, quindi si presuppone, durante le vacanze di Natale e quelle di Pasqua. Fatti i conti questo produrrebbe, per le casse dello Stato, entrate di 240 milioni di euro nel 2013, 720 milioni di euro dal 2014 e infine altri 240 milioni di euro nel 2015.
Questo massacro degli ”innocenti docenti” avverrebbe in assenza fino al 2015 del rinnovo del contratto collettivo nazionale e presumibilmente con il continuativo blocco degli scatti di anzianità. Da questi provvedimenti seriali che dal 2008 stanno saccheggiando le risorse finanziarie ed umane della scuola, i docenti non si sentono per niente tutelati. I professori si sentono traditi e presi in giro dal ministro dell’ istruzione, che dovrebbe invece avere cura della buona amministrazione della scuola e dovrebbe preoccuparsi anche della tutela psico-fisica del personale che vi ci lavora. Si potrebbe dire che, parafrasando una vecchia pubblicità dei tempi del Carosello: “Galbani vuol dire fiducia”, tra i docenti e il ministro Profumo c’è un problema di “fiducia”. Un problema così evidente che ci porta a coniare un nuovo slogan: “Profumo vuol dire sfiducia”.
In un Paese in crisi e in forte difficoltà, perdere la fiducia di un popolo di intellettuali-educatori, non è molto produttivo e sinceramente lo consideriamo un vero e proprio errore politico. Al contrario bisogna, con intelligenza politica, riconoscere gli errori politici compiuti e ricostruire in modo strategico quei rapporti di fiducia con il mondo legato alla “conoscenza”. Qualche timido segnale il ministro Profumo lo ha lanciato ieri a margine dell’Internet governance forum Italia, tenutosi a Torino.
In questa occasione il titolare del dicastero dell’Istruzione ha dichiarato: “Insieme troviamo la soluzione migliore per avviare un processo che ci porti ad una soluzione di miglioramento della nostra scuola e, quindi, un patto negli anni , che abbia un primo momento attraverso la legge di stabilità di quest’anno". Noi dalla nostra parte auspichiamo che la politica insieme ai sindacati, possano trovare al più presto una soluzione positiva e condivisa riguardo l’inaccettabile aumento delle ore di servizio, che siamo certi riporterà serenità tra i docenti e magari anche una maggiore fiducia nella politica. Non vorremmo invece che si arrivasse, come è accaduto con la spending review, dopo tante proposte emendative, a votare, proprio malgrado, la fiducia a questa legge di stabilità. Come potete vedere è tutto un problema di “fiducia”.