Non è stato un errore istituire una classe di 22 alunni non italiani per un periodo limitato di tempo, al fine di allineare le loro competenze a quelle degli altri alunni. Attuare questa classe non comporta nessuna irregolarità. E chi parla di ‘ghetto’ sbaglia. È questa la tesi dell’amministrazione scolastica alle critiche, piovute a raffica, per la decisione di creare nella scuola media Besta di Bologna una classe ‘prima’ sperimentale dove ci sono 22 alunni, tutti stranieri.
Secondo il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari, quello venutosi a determinare “è un ambiente di apprendimento e alfabetizzazione, temporaneo, finalizzato all’inserimento” nelle classi idonee. “Più che tirare pietre contro la scuola bisognerebbe dire grazie”, ha concluso Versari.
È difficile, tuttavia, che la ferma presa di posizione dell’alto dirigente scolastico dell’Emilia Romagna possa spazzare via le polemiche crescenti, soprattutto in ambienti politici.