I lettori ci scrivono

Ma quali sono i modelli da seguire a scuola?

In una delle sue prime dichiarazioni il neo ministro Fioramonti ha fatto sapere a tutti di avere studiato il sistema scolastico della Finlandia e di avere intenzione di proporre quel sistema “al fine di innovare il modo di insegnare”.

Con il massimo rispetto per quel paese, senza dubbio uno dei più civili d’Europa, mi domando perché dobbiamo continuare ad importare modelli educativi, quando siamo stati noi a generare i sistemi più socialmente avanzati, come l’introduzione del sostegno e della didattica speciale, che tuttora vengono apprezzati e studiati da tutto il mondo (vedi le scuole di Reggio Emilia, ma non solo). Già, l’erba del vicino è sempre la più verde…

Sarebbe ora di finirla di scimmiottare modelli e metodi estranei alla nostra cultura, come la pedagogia anglosassone e la didattica per competenze, che stanno producendo solo danni.

La scuola italiana ha solo bisogno di recuperare il prestigio e l’autorevolezza degli insegnanti, senza disorientarli con una galassia di idee e di proposte che dietro l’apparenza dell’innovazione nascondono quasi sempre intenti rivolti “in primis” a soddisfare le esigenze del mercato, tramite progetti, corsi, pubblicazioni e quant’altro.

Caro ministro, si batta innanzi tutto per restituire dignità ad un corpo insegnante depresso e malpagato e abbia il coraggio di essere veramente innovativo, valorizzando un sistema di educazione nazionale fondato su valori ed esperienze che appartengano alla nostra storia.

Vincenzo D’Alfonso

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